Ajax cosa succede? L’Università del calcio olandese è in crisi nera: mancano risultati, formazione e prospettive. Un panorama fosco, emerso fra i fumogeni che hanno costretto all’interruzione del Klassikier dei Paesi Bassi, sfida che ha lasciato in eredità (partita sospesa sullo 0-3) la netta affermazione della squadra e soprattutto della scuola calcistica di Amsterdam. Restano 35’ da giocare ma la sensazione è che i lancieri si siano infilati in un tunnel tanto lungo quanto complicato da attraversare.
Il vento del cambiamento: cosa succede ad Amsterdam?
Non più di qualche anno fa, l’Ajax si arrampicava alle semifinali di Champions League. Quest’anno non vi parteciperà, dopo 14 presenze consecutive. In questo inizio di stagione ha registrato il peggior avvio del XXI secolo. Solo nel 1965 si era visto qualcosa di peggio: una vittoria, una sconfitta e due pareggi, dopo un campionato chiuso al terzo posto e a tredici punti di distacco dal Feyenoord. Ecco perché la sfida che si rigiocherà rischia di essere pleonastica, a meno che l’Ajax non riesca a collocarsi in un nuovo punto di non ritorno. Nel mirino dei tifosi c’è una dirigenza che ha rotto con il passato, rinnegando la scuola di Cruijff, già di per sé, anatema. Il direttore Mislintat, sollevato dall’incarico, ha voluto ricostruire da zero il modello Ajax allontanandosi dal Profeta e da Ten Hag, scelte mal digerite anche dai calciatori. Non è casuale l’addio di Klaasen che si unisce a quello di Tadic. Due partenze non giustificabili da esigenze di bilancio ma, piuttosto, figlie di pesanti divergenze legate a una filosofia che ha prodotto un pesante ridimensionamento.
Le prospettive dell’Ajax: tempo e pazienza
Resta da capire quali siano le prospettive. Dodici, i neo acquisti: servono tempo, pazienza e fiducia anche perché il tecnico Steijn è alla sua prima grande panchina in Eredivise, ma anche questa scelta ha alimentato più di qualche perplessità. Si tratta di un tecnico che ha superato la soglia dei 50 anni. E sinora, al netto della buona volontà, è apparso in confusione. Nelle prime cinque partite di campionato, l’allenatore ha ruotato 25 giocatori diversi girando più intorno alla quadra che trovandola. Fra esperimenti tecnici ed equivoci tattici, i risultati sono pessimi. La crisi sembra aver colpito anche il settore giovanile, da sempre fiore all’occhiello nonché asset economico fondamentale per il club. Non è insomma, una crisi passeggera: piuttosto il frutto di scelte che affondano le radici in un terreno inquinato da lotte intestine che hanno minato nelle fondamenta un club che ha fatto scuola in Olanda e in Europa. Un istituto e istituzione a rischio.