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Zverev rinato: il trionfo a Bercy lo certifica

Il lungo viaggio di Alexander Zverev è un racconto di resilienza e determinazione, culminato con il ritorno al numero 2 del ranking ATP. Questa è la seconda volta nella carriera del tedesco che raggiunge tale traguardo, ma il percorso per tornarci è stato tutt’altro che semplice. La prima volta, al Roland Garros di due anni e mezzo fa, Zverev si trovava in semifinale contro Rafael Nadal, pronto a sfidare il re della terra rossa. Tuttavia, un infortunio alla caviglia durante il secondo set lo costrinse a ritirarsi e a lasciare il campo in sedia a rotelle. Quell’episodio segnò un punto di svolta che, dopo lacrime e sacrifici, lo ha riportato nuovamente alla ribalta.

Il trionfo al Masters 1000 di Bercy

Il recente trionfo al Masters 1000 di Bercy ha restituito a Zverev ciò che la sfortuna gli aveva portato via. Non solo un titolo prestigioso, ma anche una serie di prospettive entusiasmanti per le ATP Finals di Torino. La vittoria a Bercy ha rappresentato una sorta di rinascita per Zverev, un segnale chiaro che è tornato ai massimi livelli del tennis mondiale. Dopo un inizio di stagione 2024 caratterizzato da alti e bassi, il successo a Roma ha dato a Zverev la spinta necessaria. Gli Internazionali di Roma hanno visto il tedesco conquistare il titolo, dimostrando una volta di più il suo feeling speciale con l’Italia. Qui, infatti, aveva già vinto il suo primo Masters 1000 nel 2017, un ricordo che ha sicuramente alimentato la sua determinazione.

Un viaggio emotivo verso il secondo posto

La sua ascesa al secondo posto del ranking è stata un viaggio emotivo. Zverev ha dovuto affrontare momenti difficili, come le sconfitte contro Medvedev e Dimitrov a Melbourne e Miami, rispettivamente. Tuttavia, queste esperienze non hanno fatto altro che rafforzare la sua determinazione. Il suo ritorno al top del tennis è quindi il risultato di un duro lavoro e di una mentalità incentrata sulla crescita personale e professionale. Durante la stagione, Zverev ha spesso sottolineato l’importanza della gestione fisica e mentale in uno sport che richiede performance costanti per undici mesi all’anno. “Abbiamo un calendario fitto per 11 mesi e un solo mese di riposo: troppo poco per recuperare come si dovrebbe e prepararci fisicamente”, ha detto Zverev, mettendo in luce le sfide uniche che i tennisti professionisti devono affrontare.

Nuovi obiettivi e sfide future

Nonostante le difficoltà, Zverev ha continuato a cercare nuovi obiettivi da raggiungere. Il Roland Garros e le Olimpiadi rimangono due delle sue principali aspirazioni, e anche se il destino non è stato dalla sua parte, con una sconfitta al quinto set contro Alcaraz a Parigi e una battaglia persa con Musetti ai Giochi, il tedesco non ha mai smesso di lottare. La vittoria a Bercy, quindi, non è solo un risultato sportivo, ma una dimostrazione della sua resilienza e della sua capacità di rimanere competitivo ai massimi livelli.

Preparazione per le ATP Finals di Torino

La strada per Torino è ora aperta e Zverev si presenta alle ATP Finals con la consapevolezza di poter competere ai massimi livelli. Un aspetto su cui dovrà lavorare è sicuramente la tenuta mentale, un punto debole che ha avuto modo di manifestarsi in diverse occasioni, come la semifinale di Melbourne contro Medvedev. Nonostante fosse avanti di due set, Zverev ha ceduto, un pattern che si è ripetuto in passato come allo US Open 2020 contro Thiem. Tuttavia, Zverev non si lascia scoraggiare: “Io ci provo, lavoro su me stesso, provo cose diverse. Il tennis non si ferma, bisogna sempre cercare modi per migliorare“, ha dichiarato dopo il successo a Bercy.

Sfide imminenti e la voglia di vincere

Con un occhio alle prossime sfide, Zverev sa di non essere il favorito a Torino. Tuttavia, ha dalla sua parte l’esperienza di aver già vinto il titolo di Maestro due volte, l’ultima nel 2021 contro Medvedev. Mentre i suoi avversari, come Sinner e Alcaraz, cercano di affermarsi, Zverev ha affinato la sua strategia nel corso degli anni, dimostrando di poter competere su qualsiasi superficie. La sfida è aperta e il tedesco è pronto a dare il massimo per lasciare il segno nel panorama del tennis mondiale.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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