Julio Velasco, a volte ritornano. L’argentino prenderà il posto di Mazzanti alla guida dell’Italvolley femminile per andarsi a prendere quel che gli è sinora mancato in carriera: l’oro olimpico con la nazionale azzurra. Prima però, occorrerà arrivarci, a Parigi. Del resto, il materiale umano a disposizione è di prim’ordine. Serve, appunto, assemblarlo al meglio per rendere al massimo. E chi può riuscirci, se non l’uomo dagli “occhi della tigre”?
Il curriculum di Velasco è noto: ha vinto tutto il vincibile, tranne, appunto, l’oro olimpico. La prima associazione mentale all’allenatore argentino è la leadership, riassunta dal diretto interessato in un decalogo. Regola numero uno: l’allenatore non fa, ma convince a fare. Ecco perché (punto 2) nell’errore bisogna cercare il motivo e non il colpevole. Per ricreare armonia nello spogliatoio, Velasco attingerà al “3”: la squadra si costruisce cominciando a stabilire i ruoli. Punto propedeutico al successivo, “Festeggiare anche gli errori” anche perché, come recita… l’articolo 5, “Sì sì, pero è no”, ovvero una risposta senza convinzione non si trasformerà in un qualcosa di attuabile. Anche incoraggiarsi fa parte del decalogo. È il punto 6. “Gli uomini hanno bisogno di riconoscimento”.
A volte non basta. E allora ecco il comandamento numero 7: “Serve qualcuno che ci spinga in piscina per costringerci a nuotare” e senza (8) paura di chiedere perché nell’andare oltre i propri limiti. Concetto riassunto nel nono comandamento: “Non si può avere il posto fisso alle Poste e fare la vita spericolata”. Se si vuole inseguire un sogno occorre dedicarcisi anche a costo di lasciare una scelta magari più comoda ma che potrebbe alla lunga rivelarsi insoddisfacente. L’ultimo comandamento non ha bisogno di commenti: “Chi vince festeggia, chi perde spiega”.
Velasco è un uomo che ha vissuto tutto: il dramma dei desaparecidos in Argentina, i primi contratti al minimo sindacale, l’addio e il ritorno a Modena e quello al volley femminile, l’Iran e l’Italia. L’argentino ha bisogno di stimoli forti: legge libri da intellettuale, ma è anche capace del gesto dell’ombrello alla Polonia al Mondiale del 2018. Cosa potrà dare all’Italvolley? Dopo 2 Mondiali, 3 Europei 5 World League e un argento olimpico è difficile volare basso. Intanto il primo passo è arrivare a Parigi, poi in Francia è tutto da giocarsi, anche perché, al netto del 2023 orribile, questa nazionale ha alle spalle un Europeo, un argento e un bronzo mondiale. Serviranno gli occhi di tigre, ma la sensazione è che qualcosa, possibilmente di buono, possa accadere.
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