Sliding doors, porte che si aprono o si chiudono, destini che mutano. Per Dusan Vlahovic, tuttavia, più che le porte scorrevoli, sono le “hitted doors” a fare la differenza: quelle porte avversarie colpite o mancate, che stanno condizionando la stagione della Juventus. Dall’incontro con il Como a quello con la Roma, passando per sfide con Empoli e Cagliari, fino alla recente partita contro il Parma, i gol mancati dal centravanti serbo iniziano a diventare un tema ricorrente e preoccupante.
Minuto 13 della sfida contro il Parma: i bianconeri sono già sotto 0-1. Weah effettua un cross dalla sinistra, Suzuki compie un miracolo sul colpo di testa di McKennie, ma il pallone rimane lì, a pochi metri dalla linea di porta. Il portiere giapponese è a terra, l’avversario più vicino è un paio di passi indietro. È la situazione ideale per un centravanti: basta indirizzare il pallone in porta e correre a esultare. Eppure, Vlahovic si accartoccia e, col sinistro a mezza altezza, manda il pallone altissimo sopra la traversa. È una porta che si chiude per lui, e la sua partita sembra finire lì, come già accaduto in altre occasioni quest’anno.
La tensione allo Juventus Stadium
La tensione e la pressione sembrano aumentare soprattutto quando Vlahovic gioca in casa, allo Juventus Stadium. Non è forse un caso che, in otto gare disputate tra le mura amiche, abbia trovato la rete solo in un’occasione, e per di più su rigore contro il Cagliari. Questo dato è particolarmente sorprendente se si considera che, complessivamente, in questa stagione tra campionato e Champions League, ha segnato otto gol in tredici partite, con una media di una rete ogni 135 minuti. Sono numeri che rappresentano la sua seconda miglior partenza di sempre, dopo la stagione 2021-22, quando segnò dieci gol nei primi 1170 minuti.
L’altalena delle prestazioni
Tuttavia, l’altalena di prestazioni e la difficoltà a segnare nei momenti cruciali sembrano incidere sul suo morale e sulla sua presenza in campo. Il fatto che tocchi appena 31 palloni in una partita, meno del portiere Di Gregorio che ne tocca 32, è indicativo di un coinvolgimento ridotto nel gioco della squadra quando non riesce a finalizzare. La mancanza di concretezza nelle prime occasioni sembra farlo sparire gradualmente dalla partita, lasciando un vuoto nel reparto offensivo della Juventus.
Il ruolo insostituibile di Vlahovic
Un altro elemento da considerare è il ruolo di Vlahovic all’interno della squadra. Essere un giocatore praticamente insostituibile, con il 92% dei minuti giocati in questa stagione, può influire sulla sua lucidità in campo. La pressione di dover sempre essere presente e performante può diventare un peso, soprattutto quando le cose non vanno come previsto.
La prossima sfida a Udine
La prossima opportunità per Vlahovic di invertire la rotta sarà nella trasferta a Udine. Qui, in uno stadio che gli ha già portato fortuna con due gol consecutivi, entrambi su rigore, potrebbe avere la chance di riaprire quella porta metaforica che sembra essersi chiusa di recente. La sfida sarà impegnativa, ma i presupposti per ritrovare la via del gol ci sono tutti. La speranza è che queste sliding doors possano finalmente aprirsi e che il talento del serbo possa emergere con tutta la sua forza, aiutando la Juventus a ritrovare il successo.