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Vita a bordo delle barche del vendée globe: tra acqua, cibo e sonno

La vita a bordo delle barche del Vendée Globe è un viaggio estremo che richiede non solo abilità nautiche, ma anche una gestione meticolosa delle risorse. In questa regata, che rappresenta un giro del mondo in solitario senza scalo, ogni skipper si trova a dover affrontare sfide quotidiane legate a acqua, cibo e sonno. Questi elementi fondamentali non solo influenzano la performance in gara, ma sono essenziali per la sopravvivenza stessa.

L’importanza dell’acqua

A bordo, l’acqua è una risorsa vitale e limitata. Gli skipper devono pianificare con attenzione il consumo di acqua potabile, spesso supportati da desalinizzatori che trasformano l’acqua di mare in acqua dolce. Tuttavia, la produzione di acqua può diventare critica in condizioni di calma piatta, rendendo ogni goccia preziosa. Per gestire il fabbisogno idrico, gli skipper adottano diverse strategie:

  1. Raccolta della condensa: sfruttano l’umidità per ottenere acqua.
  2. Monitoraggio del consumo: registrano il consumo quotidiano per evitare sprechi.
  3. Idratazione adeguata: si impegnano a mantenere un corretto livello di idratazione per preservare le performance fisiche e cognitive.

La disidratazione rappresenta un rischio costante, non solo per la scarsità d’acqua, ma anche a causa dell’esposizione prolungata al sole.

Nutrizione e cibo

La nutrizione è un altro aspetto cruciale della vita a bordo. Con spazi limitati e condizioni difficili, gli skipper si affidano principalmente a cibi disidratati, che richiedono solo l’aggiunta di acqua calda per essere pronti. Questo approccio consente di risparmiare spazio e tempo. La pianificazione del cibo è fondamentale e deve tenere conto delle diverse zone climatiche:

  • Equatore: fabbisogno calorico elevato.
  • Acque fredde del Sud: necessità di cibi più calorici per mantenere la temperatura corporea.

Ogni sacchetto giornaliero di cibo include tre pasti principali e snack, non solo per nutrire il corpo, ma anche per fornire conforto psicologico. Alcuni skipper, come Giovanni Soldini, si sono distinti per la loro creatività in cucina, utilizzando metodi innovativi per ottimizzare risorse e tempo.

La gestione del sonno

Il sonno è un tema delicato e cruciale per gli skipper del Vendée Globe. La regata può durare fino a 80 giorni e la privazione del sonno può avere conseguenze fatali. Oggi, la maggior parte degli skipper è consapevole dell’importanza di una buona gestione del sonno e adotta tecniche come il sonno polifasico, che prevede di suddividere le ore di sonno in brevi intervalli.

Tuttavia, riposare in mare può essere difficile a causa delle condizioni avverse. Gli skipper imparano a riconoscere i segnali del proprio corpo e utilizzano tecniche di rilassamento per facilitare il sonno, come:

  1. Yoga: per migliorare la flessibilità e ridurre lo stress.
  2. Meditazione: per calmare la mente e favorire il riposo.

Inoltre, durante le fasi più intense della gara, alcuni skipper studiano il ciclo di sonno dei loro avversari per muoversi quando questi riposano, una strategia rischiosa che può portare a errori fatali.

La vita a bordo delle barche del Vendée Globe rappresenta quindi un equilibrio complesso tra risorse limitate e esigenze umane. La gestione di acqua, cibo e sonno è fondamentale per la sopravvivenza e il successo degli skipper. Ogni decisione e strategia adottata può influenzare il risultato finale, rendendo questa regata una vera prova di resistenza e ingegno umano.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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Luca Baldini

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