Jonas Vingegaard senza pace. La paura dopo la caduta al Giro dei Paesi Baschi si sta trasformando in un incubo generato dalle conseguenze dell’infortunio. Il corridore danese, vincitore degli ultimi due Tour de France, ha uno pneumotorace e corre il serio rischio di non essere ai nastri di partenza della corsa a Firenze o comunque di arrivarci in condizioni che non gli permetteranno, a meno di miracoli, di essere competitivo.
Vingegaard ha trascorso la notte in ospedale a Vitoria dopo la grave caduta nella quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi , quando a 35 chilometri dal traguardo più di una mezza dozzina di corridori sono rimasti coinvolti in una terribile carambola su una curva a destra in discesa. E dopo i primi esami il quadro clinico del corridore danese è peggiorato. Oltre le fratture alla clavicola e alle costole, gli studi hanno evidenziato l’insorgenza di uno pneumotorace.
Vingegaard, dopo analisi più approfondite, soffre anche di una contusione polmonare e di un pneumotorace. Tutto è eredità della terribile caduta che ha generato una compressione polmonare e il relativo pneumotorace. Di cosa si tratta? Di presenza d’aria fra i due strati della pleura, la membrana a due strati che riveste i polmoni e la parte interna della parete toracica. Ciò comporta, nel peggiore dei casi, collasso parziale o completo del polmone. Vingegaard è sotto stretto controllo medico e dovrebbe recuperare senza remissione dall’infortunio e lasciarsi alle spalle questa brutta esperienza entro un paio di settimane. Tuttavia una cosa è guarire, un’altra è tornare all’attività agonistica a pieno regime.
A 85 giorni dal Tour de France , la sfida per l’attuale detentore delle ultime due maglie gialle ora è provare ad arrivare alla gara, cosa che sembra fattibile dal punto di vista strettamente medico, ma assai complicato osservando la situazione da una prospettiva competitiva. Per forza di cose, le condizioni saranno da valutare, così come l’avvicinamento all’appuntamento con la Grand Boucle. Nel calendario di Vingegaard era in programma la partecipazione al Delfinato, fissato all’inizio di giugno. E sembra praticamente impossibile. Prima di atterrare a Firenze per la partenza del Tour, la Visma aveva in programma anche un ritiro in alta quota per rifinire la preparazione e in questa ottica molto, se non tutto, dipenderà dall’evoluzione dello pneumotorace. Paradossalmente preoccupano di meno la frattura alla clavicola e alle costole, considerate alla stregua di effetti collaterali delle corse in bicicletta.
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