Jonas Vingegaard è ancora ricoverato all’ospedale di Txagorritxu a causa dei notevoli danni subiti dopo la caduta che ne ha messo a rischio la stagione. L’incidente accadutogli nella quarta tappa del giro dei Paesi Baschi ha lasciato in eredità la frattura della clavicola, delle costole e soprattutto uno pneumotorace che preoccupa i medici in vista del recupero completo.
Per ora Vingegaard continuerà a essere curato a Vitoria dopo l’operazione che, come protocollo, ha richiesto anche un passaggio in terapia intensiva. Potrebbe lasciare la struttura questa settimana, ma la sua permanenza potrebbe protrarsi ancora per chiarire alcune dinamiche legate agli aspetti assicurativi e, ovviamente, ai progressi medici. Una lotta contro il tempo per essere presente al Tour. Con il passare dei giorni la sensazione di una possibile assenza si fa sempre più forte. Merijn Zeeman, direttore sportivo della Visma ha tracciato un primo quadro della situazione. “La prima parte della preparazione è stata annullata e Jonas salterà il ritiro in alta quota di maggio, quindi se andrà al Tour il percorso dovrà essere diverso, e se non funziona sceglieremo un altro scenario. Vingegaard sarà presente solo se potrà essere al 100%”.
In Spagna sostengono sia difficile, quasi impossibile, che Vingegaard possa presentarsi al 100% della condizione in vista del Tour de France. E le parole del dottor Pablo Marcos de la Torre, lasciano poco spazio alle speranze. Il problema serio non è alle costole o alla clavicola, ma al polmone. “Vingegaard ha subito un forte trauma ma questi tipi di infortuni sono comuni nei ciclisti, nei motociclisti e negli atleti di alto livello. La clavicola è un osso piccolo, si riprenderà prima, ma la preoccupazione principale è lo pneumotorace. Il problema sono le costole rotte che hanno anche causato la rottura del rivestimento polmonare. Di solito un atleta rimane inattivo tra le quattro e le sei settimane ed è fondamentale che in questo periodo l’evoluzione polmonare sia favorevole”. Mancano esattamente 12 settimane all’inizio del Tour . Il nemico è il tempo. E non è facile batterlo. “È quasi impossibile raggiungere il 100%. La preparazione non sarà delle più adeguate. L’allenamento in quota in questo periodo è da monitorare perché può esacerbare il problema e generare un’embolia gassosa”. Paradossalmente, Remco Evenepoel, con clavicola e scapola fratturate, ha una prognosi più ottimistica e favorevole nei termini del raggiungimento della piena condizione atletica in vista della Grand Boucle.
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