Vasquez critica l’organizzazione inglese e si dichiara pronto per il Milan

Devis Vasquez sta rapidamente guadagnando l’attenzione come uno dei portieri più promettenti della Serie A. Il suo percorso, seppur non lineare, ha contribuito notevolmente alla sua formazione professionale e personale. Nato in Colombia, Vasquez è un giovane di statura imponente, quasi due metri, e a 26 anni si trova nel pieno della sua carriera, un’età in cui un portiere può ancora migliorare notevolmente.

Il viaggio in Europa

Il viaggio di Vasquez in Europa è iniziato un anno e mezzo fa, quando ha militato in club come il Milan, lo Sheffield e l’Ascoli. Queste esperienze, sebbene brevi, sono state cruciali per il suo sviluppo. Al Milan, nonostante le poche occasioni di mettersi in mostra, ha potuto osservare da vicino uno dei migliori portieri del mondo, Mike Maignan. “Non si parla tanto con lui durante gli allenamenti”, racconta Vasquez, “ma osservandolo ho imparato molto, soprattutto in termini di presenza in porta“.

Lezioni dallo Sheffield

La sua avventura allo Sheffield, seppur travagliata, gli ha insegnato lezioni preziose. La squadra si trovava in difficoltà e Vasquez ha dovuto affrontare numerose sfide, anche a causa di un’organizzazione di gioco non sempre chiara. Questo lo ha spinto a sviluppare una nuova mentalità, più resiliente e determinata, che ha portato con sé a Empoli. Qui ha trovato un ambiente più coeso e un allenatore, D’Aversa, che ha saputo valorizzare le sue qualità. “A Empoli, tutti capiscono cosa chiede il mister”, spiega Vasquez, sottolineando l’importanza dell’organizzazione tattica, spesso mancante in altri campionati, come quello inglese.

Consolidamento a Empoli

La sua capacità di mantenere la porta inviolata in diverse occasioni, unita a prestazioni straordinarie come il rigore parato contro la Lazio, ha consolidato la sua posizione di titolare fisso nell’Empoli. “Mi sento più sicuro, grazie alle esperienze passate e alla fiducia che mi è stata data qui”, afferma con sicurezza. Eppure, Vasquez non si accontenta e vede l’Empoli come una piattaforma per conquistare un grande club, in Italia o all’estero.

Le radici e l’ispirazione

La sua infanzia a Barranquilla, dove ha iniziato a giocare da portiere fin da piccolo, ha forgiato il suo carattere. Ispirato da grandi del passato come Iker Casillas, Vasquez ha sempre avuto chiaro il suo obiettivo di diventare un portiere professionista. “Guardando Casillas, ho deciso che volevo fare il portiere”, ricorda. La passione per il calcio è cresciuta al punto da portarlo a cercare da solo un club nella sua città natale, una decisione che ha segnato l’inizio del suo viaggio nel mondo del calcio.

Un legame con l’Italia

Oltre al calcio, Vasquez ha sviluppato un amore per l’Italia e la sua cultura, fin dal suo primo viaggio nel Paese durante il Torneo di Viareggio. Questo legame si riflette anche nella sua vita personale, con la sua fidanzata pronta a trasferirsi in Italia per frequentare un corso di cucina a Firenze. “Amo il risotto al parmigiano e zafferano”, confessa, dimostrando un legame non solo con il calcio italiano, ma anche con la sua cultura e gastronomia.

Sogni futuri

La determinazione di Vasquez e la sua capacità di adattarsi alle diverse situazioni lo rendono un candidato ideale per una carriera di successo. Nonostante il breve periodo trascorso al Milan e le difficoltà incontrate in altri club, il suo sogno di tornare in un grande club come il Milan rimane intatto. “Chi non vorrebbe giocare in uno dei club migliori al mondo?”, si chiede, con la speranza che le sue prestazioni attuali possano aprirgli le porte di una nuova e stimolante avventura calcistica.

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