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Tennis

Us Open, semifinale sospesa per protesta ambientalista

La semifinale di singolare femminile degli US Open tra Coco Gauff e Karolina Muchova è stata interrotta a causa di una protesta ambientalista. Solo l’ultimo episodio di un torneo 2023 “maledetto”.

Niente da fare, non passa giorno che gli US Open non finiscano al centro dell’attenzione. Una situazione auspicabile, se si parlasse soltanto di sport. L’edizione 2023 del torneo di tennis a stelle e strisce, però, sembra essere maledetta e sta facendo parlare di sé per altre ragioni. È successo di nuovo anche questa notte. La semifinale di singolare femminile tra Coco Gauff e Karolina Muchova è stata interrotta a causa di una protesta di un gruppo di ambientalisti.

Protesta ambientalista agli US Open

La protesta pacifica degli ambientalisti si è palesata all’inizio del secondo set quando la tennista americana era avanti 6-4, 1-0. Tre persone tra il pubblico con indosso magliette con la scritta “End Fossil Fuels” hanno cominciato a protestare rumorosamente per chiedere lo stop all’uso dei carburanti fossili. Il gioco è stato interrotto, mentre il pubblico ha iniziato a protestare a sua volta chiedendo l’allontanamento degli ambientalisti. La polizia è, quindi, intervenuta ed ha subito portato all’esterno della struttura i primi due. Discorso diverso per il terzo. Una volta giunti sul posto gli agenti si sono, infatti, accorti che quest’ultimo, scalzo, si era incollato i piedi al pavimento. Le tenniste e gli spettatori hanno dovuto quindi attendere quasi un’ora prima di poter tornare a giocare. Il match si è poi concluso con Gauff che ha sconfitto Muchova per 6-4 7-5.

Immagine | Epa @Will Oliver – Wigglesport.it

Quella di New York non è la prima protesta messa in campo dagli ambientalisti durante un evento sportivo. Nell’ultimo periodo, infatti, lo sport, grazie alla sua visibilità, sembra essere un campo molto utilizzato da chi protesta per far valere le sue ragioni. A luglio, tre persone sono state arrestate dopo aver interrotto una partita a Wimbledon, spargendo coriandoli arancioni e pezzi di puzzle sul campo. A giugno, all’Ashes cricket Test tra Australia e Inghilterra al Lord’s di Londra, due manifestanti hanno fatto invasione di campo e hanno lanciato polvere arancione. Altre proteste ambientaliste sono avvenute durante il campionato mondiale di snooker e la finale di rugby della Premiership inglese. Lo stesso gruppo ha preso di mira partite del campionato di calcio inglese, la Premier League, e il Gran Premio di Formula 1 a Silverstone, sempre in Gran Bretagna.

L’anno storto dello US Open

Come dicevamo, il 2023 non sembra proprio essere l’anno giusto per lo US Open. La protesta degli ambientalisti non fa altro che aggiungersi alla lunga lista di problemi che hanno dovuto affrontare dalle parti di Flushing Meadows. Nei giorni scorsi, per esempio, il tennista russo Medvedev si era pesantemente lamentato per le altissime temperature con le quali si stanno svolgendo le partite. “Un giorno qualcuno morirà e lo vedrete in diretta“, aveva detto a margine dell’incontro vinto contro il connazionale Rublev. Un match giocato con temperature superiori ai trenta gradi e un’umidità alle stelle.

Un altro episodio che ha, suo malgrado, coinvolto lo US Open è quello legato al tennista tedesco Alexander Zverev. Durante la sfida giocata contro Sinner ha chiesto di interrompere il gioco. Alle sue spalle un tifoso stava intonando “Deutschland Über Alles”, ossia le prime parole dell’inno tedesco di epoca nazista. “Adoro i tifosi, il chiasso, le emozioni e gli incitamenti ma penso, da cittadino tedesco e non esattamente orgoglioso di quel periodo storico, che non sia stata una brillante idea la sua – ha dichiarato il tennist a margine del match che ha poi vinto – In più, era seduto in una delle prime file, quindi penso potessero sentirlo in tanti. Se non avessi reagito sarebbe stata una macchia per me“.

A colpire e condizionare in maniera importante il torneo di New York è stato, però, un virus che ha contagiato diversi tennisti ed addetti ai lavori. In molti hanno mostrato gli stessi sintomi: mal di stomaco, senso di spossatezza, mal di testa e naso che cola a cui si aggiunge, solitamente, qualche linea di febbre. E ancora, fiato corto, dolori alla schiena e battito accelerato. Per questo motivo, c’è chi ha dovuto rinunciare alla partecipazione e chi è stato sconfitto a causa delle precarie condizioni fisiche. Sembra essersi trattato della variante Pirola, ultima variante del Covid, anche se non ci sono conferme ufficiali. Di certo il torneo ne è uscito danneggiato.

Gianluca Pirovano

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