Terribile infortunio per uno dei protagonisti della Formula 1. Il racconto è da brividi. Ora sappiamo davvero come è andata
Il ritorno da pilota ufficiale nel Gran Premio d’Ungheria è stato improvviso e inaspettato. Un ritorno in grande stile in Formula 1 cui è seguito un brusco stop in seguito a un brutto incidente durante le prove libere a Zandvoort in Olanda. Dall’impatto contro le barriere che sembrava tutt’altro che grave è seguito un grave infortunio che l’ha tenuto fuori per i GP successivi.
Questo è quanto accaduto a Daniel Ricciardo, pilota dell’AlphaTauri che, nell’incidente del GP di Olanda, si è fratturato il metacarpo della mano sinistra e, dopo l’operazione, ha atteso cinque gare per poter rientrare in pista, lasciando il posto al collega esordiante, Liam Lawson.
Il racconto offerto da Ricciardo dei giorni trascorsi in ospedale in Spagna, curato dal dottor Mir, riferimento medico anche per i piloti di MotoGP, rivela uno scenario di grande preoccupazione per l’australiano. Lo stesso Ricciardo ha raccontato di quello che gli è successo e della riabilitazione post infortunio al podcast ‘Beyond the Grid’.
“È sembrato che un elefante mi avesse calpestato la mano“, questo il commento di Ricciardo dopo l’esame radiografico in cui è apparso chiaro che si fosse rotto il polso. Un ko per cui il medico ha consigliato subito l’intervento chirurgico, non appena si fosse sgonfiata la mano.
Il pilota australiano ha anche ricordato il periodo trascorso in ospedale e i dolori atroci alla mano, sottolineando di aver sempre avuto il supporto della RedBull e di AlphaTauri nella gestione della sua assenza e della sua riabilitazione.
La frattura al polso è stata significativa perché ha colpito un punto piuttosto delicato dell’articolazione. “L’osso era fra il polso e il mignolo – spiega Ricciardo – una specie di nocca. Anche soltanto sfregare il dito sulla parte superiore della mano, mi faceva avvenire un dolore pazzesco”.
Il pilota dell’Alpha Tauri cercava di consolarsi pensando a coloro che hanno patito lesioni peggiori ma ha ammesso anche di non riuscire a gestire adeguatamente il dolore avvertito. Tuttavia proprio la predisposizione d’animo l’ha aiutato nella fase di recupero, oltre all’appoggio della sua scuderia. RedBull e AlphaTauri hanno avuto un solo obiettivo, conclude il pilota: “Si assicuravano che guarissi correttamente e ricevessi le giuste cure”.
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