La città di New Orleans si prepara a vivere un evento senza precedenti, con Donald Trump che ruba la scena al Super Bowl, la finale del campionato di football americano che quest’anno vede contrapporsi i Kansas City Chiefs e gli Philadelphia Eagles. Questo Super Bowl assume un significato particolare, non solo per il valore sportivo dell’evento, ma anche per la presenza del primo presidente della storia degli Stati Uniti a partecipare personalmente a questa manifestazione, che attira ogni anno circa 120 milioni di telespettatori.
L’atmosfera è tesa e carica di emozioni. Trump è arrivato al Caesars Superdome, dove è stato accolto da un pubblico festante e da una forte presenza di forze di sicurezza. La città, dopo il tragico attentato del 1 gennaio a Bourbon Street, che ha causato la morte di 14 persone, è stata blindata. Le autorità hanno mobilitato oltre 700 agenti, droni, elicotteri e unità SWAT per garantire la sicurezza dell’evento, creando un cordone di protezione attorno all’area, in un contesto di preoccupazione e vigilanza.
L’incontro con le famiglie delle vittime
Prima di prendere posto tra il pubblico, Trump ha avuto modo di incontrare le famiglie delle vittime dell’attentato e i soccorritori, un gesto che ha suscitato un certo apprezzamento, ma che non è riuscito a ridurre le polemiche riguardo alla sua presenza. Accanto a lui, nel box dei Chiefs, siede anche la celebre popstar Taylor Swift, compagna del tight end Travis Kelce, che è diventata una delle icone pop più seguite al mondo. La sua presenza, insieme a quella dell’ex First Lady Jill Biden, accanita tifosa degli Eagles, aggiunge un ulteriore strato di attenzione mediatica all’evento.
Le dichiarazioni di Trump e il legame con la NFL
Trump ha rivelato di tifare per i Kansas City Chiefs, in parte per il talento del loro quarterback, Patrick Mahomes, e ha scherzato sul fatto che la moglie di Mahomes simpatizza per lui. Il legame del presidente con la NFL è di lunga data, anche se non senza controversie. Durante il suo primo mandato, Trump ha spesso criticato i giocatori che si inginocchiavano durante l’inno nazionale in segno di protesta contro la brutalità della polizia, generando dibattiti accesi e divisioni nel mondo dello sport.
In un colpo di scena, la NFL ha deciso di rimuovere le scritte “End Racism” dalle end zone, un gesto che molti interpretano come un tentativo di allinearsi alle politiche di Trump, che ha messo in discussione le iniziative di inclusione e giustizia sociale avviate durante le amministrazioni precedenti. Tuttavia, il Super Bowl rimane un evento all’insegna della diversità, con tre artisti afroamericani di fama mondiale che si esibiscono:
- Kendrick Lamar, che si esibisce con SZA durante l’halftime show
- Jon Batiste, che canta l’inno nazionale
- Ledisi, che interpreta “Lift Every Voice and Sing”
L’attenzione mediatica su Travis Kelce e le pubblicità
Mentre la partita si avvicina, l’attenzione dei media si concentra anche su Travis Kelce, il quale ha attirato l’attenzione con un outfit ispirato agli anni Settanta, che ha scatenato una vera e propria frenesia sui social media. Indossava un abito doppiopetto oversize color tabacco, una camicia di lame e una rosa d’oro al bavero, firmato dal designer di moda Mike Amiri, noto per il suo stile che fonde rock e streetwear. Questo ha ulteriormente alimentato l’interesse attorno alla storia d’amore tra Kelce e Swift, rendendoli una delle coppie più chiacchierate del momento.
In un evento dove gli spot pubblicitari costano milioni di dollari, quest’anno è stata la prima volta in cui una pubblicità di OpenAI, il centro di innovazione tecnologica, è stata presentata, segnalando l’interesse dell’amministrazione di Trump per il dominio americano nell’intelligenza artificiale. Inoltre, il Secret Service ha lanciato una campagna pubblicitaria da due milioni di dollari per reclutare personale, una cifra che ha suscitato commenti ironici, soprattutto considerando le recenti misure di austerità adottate da Elon Musk nelle sue aziende.
L’atmosfera è carica di aspettativa, con i tifosi che affrontano un lungo e rigoroso controllo di sicurezza per accedere allo stadio, mentre gli spalti si riempiono di star e celebrità. L’evento si trasforma in una grande celebrazione, dove sport e cultura pop si intrecciano, attirando l’attenzione non solo per il match sul campo, ma anche per le dinamiche politiche e sociali che si svolgono attorno a esso. La città di New Orleans, con la sua ricca storia e cultura, diventa così il palcoscenico di una narrazione che va ben oltre il semplice gioco, riflettendo le tensioni e le speranze di una nazione.