L’attuale situazione della Triestina è un chiaro riflesso delle difficoltà che affrontano molte squadre di calcio in Serie C, soprattutto quando si parla di proprietà straniere e di una gestione che sembra spesso scollegata dalla realtà del campo. La squadra, attualmente ultima nel girone A con soli sei punti, si trova in una posizione critica che richiede un intervento immediato e incisivo per evitare di scivolare ulteriormente verso la retrocessione. Questo scenario non è soltanto un problema sportivo, ma anche un potenziale disastro economico e sociale per la città di Trieste, che ha una lunga e orgogliosa tradizione calcistica.
Il caso di Pep Clotet e Raimonds Krollis ha attirato l’attenzione non solo per la sua natura controversa, che ha portato a squalifiche per entrambi, ma anche per il modo in cui ha messo in evidenza le fragilità interne al club. Clotet, l’allenatore catalano, ha dovuto affrontare una pressione enorme sin dal suo insediamento, con aspettative elevate da parte della dirigenza, rappresentata dal presidente Ben Rosenzweig e dal direttore generale Alex Menta. La scelta di puntare su un tecnico con esperienza internazionale, ma non specifica in Serie C, ha sollevato interrogativi sulla strategia a lungo termine del club. Nonostante il passo indietro di Clotet rispetto alle sue dichiarazioni iniziali, la situazione resta tesa e complessa.
La Triestina, storicamente una nobile decaduta, ha visto un declino che ha delle radici profonde. Negli ultimi anni, la squadra ha lottato per mantenere la categoria, trovandosi spesso a fare i conti con una rosa non all’altezza e con un mercato che non ha portato i risultati sperati. Le scelte di Menta, che ha cercato di pescare talenti dall’estero, non sempre hanno dato i frutti sperati. Alcuni acquisti, come quelli che aveva effettuato a Venezia, non si sono rivelati all’altezza delle aspettative, alimentando un ciclo di insuccessi che ha messo a repentaglio la permanenza in Serie C.
L’esonero di Michele Santoni, dopo un avvio disastroso, ha costretto la dirigenza a cercare un nuovo allenatore, e la decisione di chiamare Clotet è stata motivata dal desiderio di dare una scossa all’ambiente. Tuttavia, il nuovo tecnico ha avuto un inizio difficile, riuscendo a raccogliere solo due punti in quattro partite. La sua esperienza nel calcio italiano potrebbe essere un vantaggio, ma la necessità di cambiare marcia è urgente. La squadra ha bisogno di rinforzi, e Clotet ha già espresso la necessità di portare a gennaio almeno tre giocatori esperti nel campionato, in modo da garantire un supporto adeguato a un gruppo che ha dimostrato di avere potenziale, ma che ha bisogno di maggiore solidità.
Un altro aspetto che pesa sulla Triestina è la gestione economica. La società, sotto la proprietà di LBK Capital, ha ereditato debiti significativi e ha dovuto affrontare una penalizzazione per non aver presentato in tempo utile la fideiussione sul monte ingaggi. Questo tipo di situazioni non solo influiscono sulla reputazione del club, ma possono anche avere ripercussioni dirette sui risultati sportivi. La costruzione del nuovo centro sportivo a Muggia è un passo in avanti, ma non deve distogliere l’attenzione dalla necessità urgente di risultati sul campo.
La Triestina non può permettersi di retrocedere nuovamente nei dilettanti, un incubo che la città ha già vissuto nel 2017. L’eventuale caduta nella categoria inferiore avrebbe conseguenze devastanti non solo per il club, ma anche per i suoi tifosi e per l’economia locale. È fondamentale quindi che la squadra, sotto la guida di Clotet, riesca a invertire la rotta, partendo da una maggiore coesione e da un gioco che possa finalmente tradursi in punti. Solo così la Triestina potrà tornare a competere ai livelli che i suoi tifosi meritano e a costruire un futuro più roseo e stabile.
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