Il giro dei Paesi Baschi doveva essere un test in vista del Tour de France ma ha rischiato di trasformarsi in una tragedia. Tutti i potenziali protagonisti della Grand Boucle, ovvero Vingegaard, Roglic ed Evenepoel, hanno rischiato la stagione e soprattutto la vita a 35 chilometri dall’arrivo della quarta tappa.
Vingegaard: in ambulanza con l’ossigeno
La grande paura arriva quando una rovinosa caduta del gruppo ha generato una carambola che ha lasciato Jonas Vingegaard, Remco Evenepoel e Primoz Roglic a terra. Le condizioni del danese hanno subito destato enorme preoccupazione. Il due volte vincitore del Tour de France non è riuscito a muoversi sino all’arrivo delle ambulanze. I medici che gli hanno prestato le prime cure sono stati costretti a somministrare l’ossigeno. Il corridore è stato completamente immobilizzato per non correre alcun rischio. Non ha mai perso conoscenza ma gli esami strumentali hanno evidenziato ciò che si temeva. Clavicola e diverse costole rotte. Il corridore resterà in ospedale a scopo precauzionale. Poteva andare peggio. Vingegaard è un miracolato. Nel fosso dove è caduto, vi erano alberi e pietre di dimensioni ancora più grandi di quella che ha interrotto la traiettoria del danese. E solo il pensiero di un contatto con dei massi del genere fa raggelare il sangue nelle vene.
Roglic ed Evenepoel: caduta ritiro e clavicola rotta
Non è andata meglio, a Remco Evenepoel che nonostante si sia riuscito ad alzare dopo la caduta ha lamentato dolori che lasciavano in eredità il fondato sospetto di un problema alla clavicola divenuto certezza dopo gli esami. Se l’è cavata, tutto sommato, Primoz Roglic, che al netto della caduta ha avuto la possibilità di rialzarsi e raggiungere l’ammiraglia. In ogni caso, il ragazzo ha optato per il ritiro. Per la cronaca i sei corridori che erano in fuga si sono giocati la vittoria con il successo di Meintjes mentre per il gruppo la tappa è stata neutralizzata.
Paesi Baschi: percorso spettacolare, ma da rivedere
Un percorso affascinante, quello del Giro dei Paesi Baschi, ma alla luce delle numerose cadute evidentemente da rivedere. A testimoniare le insidie nascoste è Mikel Bizkarra, che ha fatto notare come n quelle strade ci siano molte radici di alberi sotto l’asfalto che rendono la carreggiata accidentata. “A prima vista non si vedono, ma senza rendersene conto ci si rimbalza sopra e se non si ha una buona presa sul manubrio è facile volare in aria”. Lo hanno provato, a loro spese, i tre big.