Il viaggio della Juventus sotto la guida di Thiago Motta si è rivelato più complesso del previsto, nonostante l’inizio promettente. La squadra bianconera, profondamente rinnovata grazie alle operazioni di mercato condotte da Cristiano Giuntoli, ha rallentato il passo nelle ultime partite di campionato, sollevando dubbi sulle effettive capacità del nuovo allenatore di riportare la squadra ai fasti del passato. Le aspettative erano alte, considerato il passato di Motta come calciatore e la sua filosofia di gioco innovativa, ma i numeri attuali non sono dalla sua parte.
Guardando ai risultati, la Juventus di Motta ha raccolto 18 punti nelle prime dieci partite di campionato, cinque in meno rispetto a quanto fatto nello stesso periodo della stagione precedente da Massimiliano Allegri. Se da un lato la squadra attuale è ancora imbattuta in Serie A, dall’altro i numerosi pareggi (ben sei) hanno impedito di mantenere il ritmo delle capoliste. Risultati come il 4-4 contro l’Inter e il 2-2 con il Parma hanno evidenziato una certa fragilità difensiva e una mancanza di cinismo sotto porta, elementi che Motta dovrà lavorare per correggere.
Gli ostacoli incontrati
A complicare ulteriormente le cose, ci sono le assenze per infortunio di giocatori chiave come Gleison Bremer, la cui mancanza si è fatta sentire nel reparto difensivo. Bremer, pilastro della squadra, è stato uno dei principali protagonisti nel mantenere la solidità difensiva nelle prime uscite stagionali. La sua assenza ha coinciso con un aumento significativo dei gol subiti, dimostrando quanto la difesa bianconera dipenda ancora dalla sua presenza. Altre assenze di peso includono quelle di Koopmeiners, Nico Gonzalez e Douglas Luiz, che hanno ridotto le opzioni a disposizione di Motta soprattutto nelle fasi cruciali delle partite.
Il confronto con il passato
Il confronto con il passato è inevitabile. La Juventus di Antonio Conte, nella sua prima stagione, aveva raccolto 22 punti nelle prime dieci partite senza impegni europei, proprio come il Napoli attuale. Conte aveva posto le basi per un ciclo vincente, mentre l’italo-brasiliano sembra ancora alla ricerca della formula giusta per replicare quel successo. I cambiamenti radicali effettuati durante l’estate, con l’arrivo di otto nuovi acquisti e l’addio di giocatori storici, hanno portato a una sorta di crisi di rigetto. La squadra sta ancora cercando di assimilare i nuovi schemi e l’approccio tattico di Motta, un processo che richiede tempo e pazienza.
L’importanza del tempo e della pazienza
L’assenza di impegni europei, che teoricamente avrebbe dovuto rappresentare un vantaggio, non ha ancora portato i frutti sperati. La Juventus di Allegri, pur con un mercato quasi nullo e senza ulteriori impegni infrasettimanali, era riuscita a mantenere un ritmo più costante. La sfida di Motta è trovare un equilibrio tra le aspettative altissime e la realtà di una squadra che necessita di tempo per adattarsi e crescere.
Nonostante i dati non siano incoraggianti, le attenuanti per Motta sono molteplici. Essere all’inizio di un ciclo comporta inevitabilmente degli ostacoli. La rivoluzione in atto richiede tempo per essere compresa e metabolizzata dai giocatori. Inoltre, il mercato estivo ha portato nuove risorse, ma anche sfide in termini di integrazione e coesione del gruppo. La Juventus è alla ricerca di una nuova identità che le permetta di competere non solo in Italia, ma anche in Europa.
Le prospettive future
La stagione è ancora lunga e Motta ha la possibilità di far decollare la sua Juventus. Tuttavia, dovrà trovare rapidamente soluzioni ai problemi attuali, sfruttando al meglio le risorse a disposizione e gestendo con saggezza le rotazioni per evitare ulteriori infortuni. La sfida è aperta e il tempo a disposizione per invertire la rotta non è infinito. La pressione è alta, ma con il giusto mix di strategia, motivazione e fortuna, la Juventus può ancora sperare di raggiungere gli obiettivi prefissati.