Negli ultimi tempi, il mondo del calcio italiano si è trovato spesso a confrontarsi con un clima di crescente tensione nei confronti della classe arbitrale, in particolare all’interno della Serie C. Le critiche nei confronti degli arbitri non sono mai state una novità, ma ciò che sta accadendo recentemente ha assunto proporzioni preoccupanti, con dirigenti, allenatori e presidenti di club che non esitano a esprimere il loro dissenso in modi sempre più forti e plateali.
Un esempio lampante di questa tendenza è rappresentato da Pasquale Foggia, direttore sportivo del Pescara, il quale è stato espulso durante la partita contro la Vis Pesaro per aver definito l’arbitro “scarso”. Non contento dell’espulsione, Foggia ha rincarato la dose nelle interviste post-partita, affermando che l’arbitro era “scarsissimo” e che in trentacinque anni di carriera non aveva mai assistito a una gestione del gioco così inadeguata. Le dichiarazioni di Foggia si inseriscono in un contesto più ampio, dove le accuse di incompetenza e malafede nei confronti degli arbitri sono all’ordine del giorno.
Le dichiarazioni di Foggia trovano eco anche nelle parole di Silvio Baldini, allenatore del Pescara, che ha manifestato la sua frustrazione nei confronti della classe arbitrale in precedenti occasioni. Nel febbraio 2022, quando era alla guida del Palermo, Baldini aveva criticato aspramente un direttore di gara dopo un pareggio con il Campobasso, sostenendo che gli arbitri di Serie C non fossero all’altezza e che tali prestazioni compromettessero i risultati delle partite.
Anche in altre piazze, come Messina e Seregno, le polemiche arbitrali sono esplose con veemenza. A Messina, il presidente della squadra, Pietro Sciotto, si è reso protagonista di un episodio increscioso, scendendo negli spogliatoi dopo una sconfitta per contestare l’arbitro e i suoi assistenti, accusandoli di incompetenza e di aver distrutto la partita con decisioni discutibili. Questo episodio ha portato a un deferimento per Sciotto, il quale ha continuato a esprimere il suo disappunto in conferenza stampa, sostenendo che gli arbitri venissero a Messina e arbitrassero a loro piacimento, senza alcuna considerazione per la regolarità del gioco.
Nel caso del Seregno, le critiche hanno preso una piega diversa, con l’ex presidente Davide Erba che ha insinuato malafede da parte degli arbitri, suggerendo addirittura che la sua squadra fosse malvista dalla Lega Pro. Le sue dichiarazioni, inviate tramite una chat su Whatsapp, sottolineavano un malessere diffuso e una percezione di ingiustizia che lo ha portato a minacciare il ritiro della squadra dal campionato.
Il clima di tensione non si è fermato qui. A maggio 2023, durante un acceso incontro tra Pordenone e Lecco, il presidente del Lecco, Paolo Di Nunno, è entrato in campo in carrozzina per protestare contro un rigore assegnato al novantesimo minuto, accusando l’arbitro di presunzione e incompetenza. Questo gesto ha portato a una sua inibizione per diversi mesi, ma ha anche evidenziato quanto le tensioni stessero salendo alle stelle.
Lo sfogo di Alberto Albertini, presidente della Pro Sesto, dopo una sconfitta contro il Vicenza, ha ulteriormente sottolineato il crescente malcontento. Albertini ha descritto l’arbitro come “grottesco”, criticando aspramente la gestione della partita e suggerendo che le decisioni arbitrali stessero diventando sempre più difficili da accettare e commentare in maniera razionale.
Infine, il presidente del Trapani ha espresso la sua indignazione per un rigore assegnato all’Avellino, dichiarando che tali arbitraggi erano quasi imbarazzanti e che sarebbe stato auspicabile ricevere direttori di gara più competenti. Anche in questo caso, le esternazioni hanno portato a sanzioni disciplinari, ma hanno anche messo in luce un problema più profondo e radicato.
Questo clima di ostilità e sfiducia nei confronti della classe arbitrale solleva interrogativi sulla direzione che sta prendendo il calcio a livello di Serie C. Le continue polemiche e accuse rischiano di minare la credibilità delle competizioni e di allontanare l’attenzione dai valori sportivi fondamentali. Resta da vedere come gli organi competenti affronteranno questa sfida e quali misure verranno adottate per ristabilire un clima di rispetto e fiducia reciproca tra arbitri, squadre e dirigenti.
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