Melbourne a una settimana dal primo match che aprirà ufficialmente la stagione dei “big” è già nella storia. È il primo torneo del XXI secolo che si giocherà contemporaneamente senza Rafa Nadal e Roger Federer. Non era mai successo dal 1999.
Roger Federer ha debuttato nel 2000 a Melbourne e fino al 2021 ha vinto sei titoli (2004, 2006, 2007, 2010, 2017 e 2018). Nadal, dal canto suo, ha esordito tre anni dopo e vinto nel 2009 e nel 2022. Quando vinse il suo primo titolo a Melbourne, fece piangere Re Roger Federer in finale. Quella sfida è stata uno dei quattro incontri tra i due Big nel torneo. Rafa ne ha vinti tre, la finale di cui sopra nel 2009 e le semifinali nel 2012 e nel 2014, mentre Roger ha vendicato la finale persa nel 2017. In assenza di Nadal e Federer, Novak Djokovic difenderà la bandiera dei Big Three. Non sarà una passeggiata. Il serbo si presenta all’appuntamento con un fastidio al polso destro, ma vuole e deve vincere l’undicesimo titolo per iniziare l’ennesimo (e forse ultimo) inseguimento al Grand Slam.
E le alternative? Non mancano. Tanti giovani in rampa di lancio sono pronti a rubare la scena a Djokovic. In primis, Alcaraz che ha già dimostrato di non avere limiti, beffando il serbo sull’erba di Wimbledon. In Australia non ha una grande tradizione (terzo turno) ma può vincere. Medvedev è forse l’unico in grado di avere la meglio su Djokovic sulla superficie veloce nei tornei a tre su cinque, ma anche Sinner è riuscito a superarlo prima nelle ATP Finals e poi in Coppa Davis. L’unico limite è la “confidenza” nel perdere le sfide sui cinque set, ma è altrettanto innegabile che il ragazzo arriva con una consapevolezza assolutamente differente rispetto allo scorso anno.
Fuori dalle prime quattro teste di serie, Rublev attende di superare per la prima volta i quarti in uno slam, ma i “fab four” temono più probabilmente Zverev, tedesco di ferro, in grado di impensierire chiunque. Tsitsipas deve decidere in quale versione mostrarsi, Rune smettere di complicarsi vita e partite lasciandosi dominare dalla tensione. Hurkacz è reduce da un finale di 2023 ad alto livello e dal punto di vista mentale è uno dei più scomodi. E poi c’è l’idolo di casa, Alex De Minaur, per la prima volta in carriera in top 10. Si presenterà in casa, nella migliore condizione possibile, per capire l’effetto che fa. Infine Ruud: ha giocato tre finali di Slam e le ha perse tutte. Potrebbe essere l’anno del cambio di rotta.
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