Stefanos Tsitsipas, cercasi continuità disperatamente. Il 25enne greco e numero 6 del mondo ha perso questo 6-4, 3-6 e 7-5 nel terzo turno dello Shanghai Masters 1.000 contro il francese Ugo Humbert. K.o. pesantissimo per il greco che non vince ormai due partite di fila da Los Cabos, all’inizio dello scorso agosto.
Un talento squagliato sul cemento
Dopo quel successo nel torneo messicano sul cemento, Tsitsipas è caduto allo stesso modo, prima a Toronto, poi a Cincinnati e infine agli US Open. Meno di due settimane fa ha inciampato di nuovo al suo debutto all’ATP 500 di Pechino, prima di raggiungere Shanghai: ha battuto l’australiano Hijikata al secondo turno per poi perdere contro il modesto francese. E adesso anche le finali ATP di Torino sono a rischio. A seconda dei risultati che otterranno in questi giorni Ruud e Rublev, Tsitsipas potrebbe perdere due posizioni in classifica.
Una crisi che nasce dal lontano
Dopo le ultime settimane, è difficile non associare la parola crisi al rendimento di un tennista che, al netto di una vittoria in un torneo assolutamente trascurabile (Los Cabos è un 250), stenta a ritrovarsi. L’ultimo risultato di un certo spessore è il quarto di finale a Parigi, dove ha ceduto a Carlos Alcaraz. L’erba è una sorta di passaggio obbligato per un tennista che non ha mai familiarizzato con quel tipo di superficie, dunque le sconfitte rientrano, più o meno, nella normalità. Molto meno sopportabile quanto accaduto nelle ultime settimane di un 2023 che via via si è andato sempre più complicando sino a raggiungere i contorni della crisi.
Da dove nasce? In molti hanno inquadrato il problema nella guida tecnica: Tsitsipas ha scaricato Mark Philippoussis, e anche papà Apostolos, considerato troppo ingombrante. Una scelta che potrebbe aver influito anche sulla profonda sensibilità di un ragazzo che, numeri alla mano, ha sempre perso la partita nel momento decisivo, quando c’è da spostare l’inerzia, anche e soprattutto dal punto di vista mentale.
Tsitsipas, tennis da rivedere nella testa e nella tecnica
Pochi sport sanno essere crudeli come il tennis, dove si è soli con e contro sé stessi e la tenuta mentale è importante almeno quanto quella fisica. In questa ottica si inserisce anche una turbolenta vita sentimentale. La relazione con Paula Badosa andava a gonfie vele, quanto basta per alimentare voci che in Italia sono state attribuite a Matteo Berrettini. Al netto di quel che resta comunque la vita privata, la sensazione è che l’involuzione del tennis del greco sia evidentemente riconducibile a uno stato psicofisico. Il gioco di Tsitsipas, per essere efficace, necessita di una condizione al 100%. E se non dovesse ritrovarla, rischierebbe di perdere anche il biglietto per Torino.