La notizia della positività al doping di Iga Swiatek ha scosso il mondo del tennis, lasciando molti fan e esperti increduli. La giovane tennista polacca, che ha dominato il circuito femminile negli ultimi anni, si è trovata ad affrontare una situazione delicata che ha portato a una sospensione di un mese dalle competizioni. Ma cosa è realmente accaduto?
l’inizio della controversia
Tutto è cominciato nel settembre 2023, dopo la sconfitta di Swiatek nei quarti di finale degli US Open contro Jessica Pegula. Dopo questo momento difficile, la tennista ha ricevuto un’email dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA), che comunicava la presenza di trimetazidina, una sostanza vietata, in un campione prelevato durante un controllo antidoping effettuato il 12 agosto a Cincinnati.
Inizialmente, Swiatek era confusa e non sapeva nemmeno cosa fosse la trimetazidina. Dopo giorni di angoscia, ha ricostruito gli eventi, ricordando di aver assunto un farmaco a base di melatonina, prescritto dal suo medico per migliorare il sonno. Purtroppo, il lotto di produzione di questo medicinale era contaminato dalla sostanza vietata, un fatto che ha messo in difficoltà la tennista.
la scoperta della contaminazione
I test sul medicinale hanno confermato la contaminazione del lotto, mostrando che sia il flacone aperto usato da Swiatek sia un flacone simile, ancora sigillato, presentavano lo stesso livello di trimetazidina. Questo ha portato a pareri esperti e test indipendenti, i quali hanno chiarito che il contatto con la sostanza era stato del tutto involontario e non aveva influito sulle prestazioni della tennista.
Nonostante ciò, Swiatek è stata costretta a rinunciare a eventi importanti come i tornei di Seul, Pechino e Wuhan. Ha cercato di mantenere la calma, ma ha dovuto affrontare interrogatori da parte degli agenti antidoping, anche durante la Billie Jean King Cup a Malaga, dove ha subito un interrogatorio di oltre tre ore.
il ritorno in campo
Nonostante le difficoltà, Swiatek e il suo team hanno collaborato attivamente con le autorità antidoping, sottoponendosi a ulteriori test, tra cui analisi dei capelli. I risultati hanno mostrato una concentrazione di trimetazidina molto bassa, pari a soli 0,05 ng/ml, un’informazione cruciale per la revoca della sua sospensione temporanea. Questo ha permesso a Swiatek di partecipare alle WTA Finals e alle finali della Billie Jean King Cup, sebbene con l’obbligo di non discutere pubblicamente della situazione.
Dalla sua carriera, Swiatek è stata sottoposta a oltre 50 test antidoping dal 2021, con oltre 20 controlli effettuati solo nell’ultimo anno, tutti risultati negativi. Questi fattori potrebbero giocare a suo favore nel processo di difesa contro le accuse di doping. La vicenda di Swiatek non solo mette in luce le complessità e le pressioni che affrontano gli atleti professionisti, ma solleva anche interrogativi sull’efficacia e l’affidabilità dei sistemi di controllo antidoping, che devono garantire l’integrità dello sport senza penalizzare ingiustamente gli atleti.