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Squalifica giusta ma non dite che non sappiamo perdere

L’espressione napoletana “Addà passà ‘a nuttata” invita a guardare avanti con ottimismo nonostante le difficoltà. È stata scelta da Sandro Campagna, allenatore del Settebello, per affrontare con un sorriso la squalifica di sei mesi inflitta alla squadra italiana di pallanuoto dall’Aquatics Integrity Tour. La punizione è stata decisa dopo la protesta avvenuta durante le Olimpiadi di Parigi, in seguito alla controversa sconfitta nei quarti di finale contro l’Ungheria.

Campagna riconosce che la squalifica sia giusta, ma sottolinea con forza che la sua squadra non è né violenta né incapace di accettare una sconfitta. “Abbiamo sempre rispettato gli avversari, congratulandoci con loro quando necessario”, afferma il coach, precisando che la reazione degli azzurri è stata motivata da quello che considera “l’errore arbitrale più clamoroso” della sua lunga carriera nella pallanuoto, che dura ormai da 45 anni. La reazione della squadra, sebbene emotiva, è stata secondo Campagna “pacata e civile”, eppure ha violato alcune norme stabilite dall’organo di controllo.

Il tecnico tiene a chiarire che, durante l’episodio, non ci sono stati episodi di aggressione fisica, ma piuttosto una “dura contestazione verbale”. “A un certo punto gli arbitri si sono allontanati verso la porta per tornare in piscina”, spiega Campagna, “e lì, in una strettoia, si è creato un assembramento di persone”. In quel frangente, Campagna è sceso dal pullman per parlare con un delegato dell’Integrity Unit, cercando di trasmettere l’enorme frustrazione subita. “Gli ho chiesto di comprendere il nostro stato d’animo, poi ho calmato i giocatori e ce ne siamo andati”, racconta l’allenatore, che stima che l’intero episodio sia durato appena 30 secondi.

Un futuro da costruire

Questa squalifica di sei mesi impedirà agli azzurri di partecipare alla World Cup, un’assenza che pesa, considerando l’importanza della competizione. Tuttavia, la squadra potrà partecipare al Mondiale del 2025, che si terrà la prossima estate a Singapore. Questo dà al Settebello un obiettivo da perseguire, un nuovo traguardo verso cui dirigere tutti i loro sforzi e la loro determinazione.

Dibattito aperto nel mondo dello sport

La vicenda ha sollevato una serie di discussioni nel mondo della pallanuoto e dello sport in generale. Da un lato, c’è chi sostiene che le reazioni emotive siano inevitabili in contesti di alta pressione come le Olimpiadi. Dall’altro, c’è chi ritiene che il rispetto delle regole e degli ufficiali di gara debba essere in ogni caso una priorità. La squalifica del Settebello ha quindi riacceso il dibattito su come gestire le controversie arbitrali e le reazioni delle squadre in competizioni di alto livello.

Chiarezza e trasparenza nelle decisioni arbitrali

Questa situazione mette anche in luce la necessità di una maggiore chiarezza e trasparenza nelle decisioni arbitrali, che spesso possono risultare opache e difficili da comprendere per atleti e tifosi. Campagna e il suo team sperano che, in futuro, episodi simili possano essere gestiti con più attenzione, minimizzando l’impatto negativo sulle squadre e sull’integrità dello sport.

Resilienza e miglioramento

Mentre il Settebello si prepara a superare questa fase difficile, l’intero movimento della pallanuoto italiana si stringe attorno alla squadra. L’obiettivo è quello di trasformare questa esperienza in una lezione di resilienza e miglioramento, per tornare più forti di prima alle competizioni internazionali. E, come dice Campagna, quando ‘a nuttata sarà passata, ci sarà ancora tanto da dimostrare in acqua.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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