Spalletti, cosa manca perché diventi la sua Italia

Nonostante la sconfitta di Wembley le idee del tecnico si vedono già, ma le fragilità dell’Italia sono ancora tante

Era difficile, per non dire quasi impossibile, riuscire nell’impresa di battere l’Inghilterra di Southgate. Gli azzurri, già una settimana fa partivano svantaggiati, almeno sulla carta, per la gara contro gli inglesi. Dopo lo scandalo scommesse, che ha riguardato anche alcuni dei convocati, sono usciti indeboliti e le speranze di un’impresa si sono ridotte ulteriormente.

Tuttavia, il primo tempo giocato a Wembley, ha stupito tutti con una prestazione di grande carattere che ha riacceso nei tifosi un barlume di speranza. Il calcio di rigore trasformato da Kane e un secondo tempo di grande qualità degli inglesi, hanno poi sancito la sconfitta per tre reti a uno.

Rimane però, una positiva sensazione di fiducia per il futuro della nazionale. La precedente vittoria con Malta per quattro a zero e la prima frazione di gioco contro gli uomini di Southgate, hanno dimostrato i primi frutti del lavoro fatto da Luciano Spalletti. Sfrontatezza, creazioni di occasioni da gol e una squadra che sa mantenere il possesso palla, sono tutte caratteristiche che negli anni hanno contraddistinto le squadre del nuovo C.t. azzurro. Spalletti infatti, è riuscito in poco tempo a far assorbire i fondamentali della sua filosofia di gioco ai suoi calciatori ma le lacune per una squadra vuole competere per l’Europeo sono ancora tante e sono chiare.

Pagata l’inesperienza

Spalletti-allenamento a Coverciano
Immagine | (Ansa) @claudiogiovannini- Wigglesport.it

 

Le Distrazioni difensive e gli errori di posizionamento dimostrano una mancanza di esperienza nei giocatori, non abituati al modulo e non soliti a giocare insieme. L’ inedita difesa a 4, formata da Di Lorenzo, Scalvini, Acerbi e Udogie, mostra infatti un gioco convincente in fase offensiva e diversi limiti in fase difensiva. In generale, l’intera formazione era forse troppo giovane e non abituata a giocare partite di questo calibro. D’altronde Spalletti si è insediato da poco e molti dei giocatori scelti da lui erano nuovi o mancavano da tempo in nazionale.

La punta

Sembra superfluo dirlo, visto che oramai siamo abituati, ma all’Italia manca una punta di spessore.

Scamacca nonostante il gol del momentaneo vantaggio è parso troppo passivo e sconnesso dal gioco azzurro. Anche il centravanti dell’Atalanta paga l’inesperienza, essendo ancora molto giovane (24 anni) e non avendo maturato esperienze europee di livello.

Quello dell’attacco è forse il tema più preoccupante, visto che servirebbe una punta di esperienza che sappia essere il perno della fase offensiva. Sarebbe quindi necessario avere un vero numero nove, un giocatore in grado di fare la sponda e far salire la squadra, ma al momento alternative valide non sembrano esserci, con Scamacca che viene preferito ai suoi colleghi.

Tasso tecnico troppo basso

Oltre al centravanti, c’è il tema del tasso tecnico che ha la rosa in generale.

Inutile girarci attorno, la squadra vista in campo con l’Inghilterra ha una qualità troppo bassa per competere con le rivali europee. L’assenza di Federico Chiesa per infortunio e quella di Zaniolo e Tonali per la vicenda legata alle scommesse, si sono fatte sentire. E se Chiesa non dovrebbe essere un problema per le prossime partite, le altre due assenze preoccupano inevitabilmente di più.

Discorso diverso per il centrocampo. L’Italia ha senza dubbio un buon potenziale in questo reparto, con l’unica nota negativa che è il rendimento sottotono di Barella. Sia con l’Inter che con la nazionale, Barella, quest’anno, sta dimostrando molto meno rispetto a quanto ci ha abituato nelle passate stagioni ed è un problema visto che da tempo ormai Nicolò è considerato tra i più forti se non il più forte centrocampista italiano.

Spalletti in questo potrebbe contribuire a rivitalizzare l’interista e non sarebbe la prima volta che il neo C.t. riuscisse nel compito. L’anno scorso sotto la sua guida, Stanislav Lobotka (centrocampista del Napoli) pareva di un altro pianeta rispetto alle stagioni precedenti.

Ci sono tante incognite, una su tutte è la qualificazione ancora in bilico. Ma volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, le prestazioni con Malta e Inghilterra hanno fatto vedere un cambio di passo. La mano di Spalletti è già visibile ed è già tanto visto che siamo solo alla quarta partita della sua gestione. Il tempo tuttavia stringe e non sarebbe abbastanza per colmare le lacune ancora evidenti.

Ma se l’anno scorso il tecnico ci ha stupito con l’impresa dello scudetto, è giusto sperare che l’impresa di costruire una squadra “Spallettiana” possa avvenire prima che sia troppo tardi.

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