Il Six Nations, Sei Nazioni a queste latitudini, inizia anche per l’Italia. L’Italrugby approccia a questo torneo con la speranza di non entrare nella storia della competizione dalla porta sbagliata. Quali sono i record azzurri? Beh, l’unico positivo riguarda Sergio Perisse: l’ex capitano azzurro vanta ben 69 presenze nel torneo, collezionate in 15 anni di carriera fra il 2004 e il 2019. Un record che sarà difficilmente superato, considerato che il “tallonatore” è l’irlandese Cian Healy distante nove presenze.
Italrugby, occhio al “tredici” meno ricco della storia
Verosimilmente, gli azzurri dovranno evitare il cucchiaio di legno. L’Italia è ospite del salotto buono del Rugby dal 2000, ricavandone più denaro che soddisfazioni sportive. I ricavi della FIR sono cresciuti del 65%, ma i successi economici non corrispondono a quelli sul campo. Sinora, 13 vittorie in 120 partite e 18 ultimi posti. Negli ultimi anni, gli azzurri sono finiti in un tunnel apparentemente senza uscita. Hanno inanellato 36 sconfitte consecutive fra il 2015 e il 2022, non vincono in casa da 12 anni, in generale ci sono riusciti in 2 partite su 50 disputate. Nel “vernissage”, dovranno provarci contro l’Inghilterra che non hanno mai battuto. Obiettivo realistico, non prenderne troppe contro la nazionale dei Tre Leoni e poi cercare di evitare il cucchiaio di legno numero 13, eguagliando il record di Scozia e Irlanda, ma con una differenza non da poco. Sarebbe il tredicesimo in 25 anni, praticamente più di uno ogni due partecipazioni. Scozzesi e irlandesi, per capirsi, hanno giocato 141 volte il torneo.
Prospettive: qualche speranza ma poco di più
Quali sono le prospettive azzurre in questo Six Nations? Realisticamente, poche. L’Italia è reduce da una Coppa del Mondo dove ha svolto il suo compito, vincendo le partite che doveva vincere. Le sconfitte contro Francia e Nuova Zelanda, però, sono state pesantissime lasciando in eredità la sensazione che questa Italia non possa competere con le big e il conseguente addio di Kieran Crowley. Il neo CT Gonzalo Quesada, primo argentino sulla panchina azzurra, ha immediatamente chiarito che non è il caso di avventurarsi in voli pindarici. Pensare di vincere contro l’Inghilterra è un qualcosa che va al di là di ogni esercizio di ottimismo e anche Francia e Irlanda, sebbene costrette a rinunciare rispettivamente a Dupont e Sexton sembrano fuori portata. Restano Galles, Scozia e Italia. Questo Six Nations ha dei valori che sembrano appiattiti verso il basso, lasciando dunque spazio a possibili sorprese. Quanto basta per sperare in qualcosa di diverso dal solito cammino.