Jannik Sinner si conferma un ragazzo dal cuore d’oro: il suo gesto da brividi è passato in secondo piano, messaggio stupendo del tennista italiano.
Non ci sono più parole per descriverlo. Una stagione d’oro, fatta di vittorie su vittorie, trofei su trofei e conclusa (in attesa della Coppa Davis) con un successo schiacciante alle ATP Finals 2024 di Torino.
Cinque vittorie su cinque, dieci set vinti e nessuno perso. Alex De Minaur, Taylor Fritz, Daniil Medvedev, Casper Ruud e poi di nuovo Fritz in finale annichiliti con una certa facilità. E si parlava dei primi otto tennisti al mondo. Una superiorità disarmante, una forza senza senso. Jannik Sinner si conferma così il numero uno al mondo indiscusso, primo italiano di sempre a vincere le ATP Finals nel proprio paese.
Leggendo i numeri di questo 2024, vengono quasi i brividi: 8 titoli vinti, di cui due Grande Slam (Australian Open, Rotterdam, Miami, Halle, Cincinnati, US Open, Shanghai e Atp Finals), 70 vittorie e soltanto 6 sconfitte, vincendo almeno un set in ogni gara disputata. Degli ultimi 27 incontri, Sinner ne ha vinti 26, perdendo solo la finale a Pechino contro il suo rivale storico Carlos Alcaraz.
Eppure, quando si parla di Sinner, i numeri, le vittorie, i trofei e le prestazioni, passano quasi in secondo piano. Come è possibile? Perché il suo enorme cuore, la sua gentilezza, la sua educazione e il suo rispetto per gli avversari ci parlano di un ragazzo modello, un bellissimo esempio di sport da far seguire a tutti i ragazzini che si apprestano a qualsiasi tipo di disciplina. E anche ieri sera, Jannik ha dato dimostrazione di tutto ciò nel suo discorso durante la premiazione.
Dopo aver fatto i dovuti ringraziamenti e aver elogiato il suo avversario Taylor Fritz, Sinner ha speso bellissime parole anche per Carlos Bernardes, giudice di sedia brasiliano che ieri ha arbitrato la sua ultima partita dopo 40 anni di carriera.
Cercandolo tra il folto pubblico della Inalpi Arena di Torino, Sinner lo ha ringraziato e omaggiato così: “Ora giusto una parola veloce per Carlos. Quaranta anni di arbitraggio, la tua è stata una carriera straordinaria. Per me è stato un onore far parte del tuo percorso sul circuito, io e Taylor ci siamo sentiti privilegiati di far parte del tuo ultimo viaggio nell’ATP. Anche se ho sentito che forse ci sarai anche in Coppa Davis… lo spero. Grazie mille”.
Parole molto semplici ma per nulla scontate, soprattutto se arrivano in un momento di grande euforia post vittoria. I grandi campioni, però, si distinguono da questi piccoli gesti ma dal valore enorme.
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