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Sinner: Affrontando le sfide da soli

Il rapporto di Jannik Sinner con il torneo di Parigi Bercy non è esattamente quello di due vecchi amici che si ritrovano con piacere. L’anno scorso, la sua partecipazione si era conclusa in modo amaro, con un ritiro nel cuore della notte dopo una partita interminabile contro Mackenzie McDonald. Un episodio che aveva messo in luce alcune criticità nell’organizzazione del torneo, sollevando interrogativi sulla gestione degli orari e sulla cura dei giocatori. Quest’anno, Sinner arriva con la determinazione di scrivere una storia diversa, proprio in quella settimana parigina che precede due appuntamenti cruciali: le Finals e la Coppa Davis.

Le sfide del sorteggio

Durante il Media Day del torneo, Sinner ha espresso chiaramente le sue sensazioni riguardo al sorteggio, descrivendolo come “molto, molto difficile”. Giocare su una superficie veloce contro avversari dotati di un servizio potente rappresenta sempre una sfida impegnativa. Tuttavia, il giovane tennista italiano ha mostrato il suo consueto approccio pragmatico, concentrandosi su un avversario alla volta: “Andiamo giorno per giorno, un avversario dietro l’altro”, ha dichiarato con determinazione.

Avversari temibili

Il primo ostacolo sulla strada di Sinner potrebbe essere uno tra Ben Shelton e Felix Auger-Aliassime. Due nomi che non portano propriamente buoni ricordi al tennista azzurro. “Contro Ben è sempre stato un confronto difficile. Con Felix poi non ho mai vinto”, ha ammesso Sinner, consapevole delle sfide che lo attendono. Nonostante questo, si è detto desideroso di affrontare la prima sfida del torneo con il massimo impegno, pronto a prepararsi al meglio per superare le difficoltà.

La condizione fisica

Un elemento chiave del discorso di Sinner è stato il suo focus sulla condizione fisica, elemento cruciale in un momento così intenso della stagione. “È stata una lunga annata, ora può succedere di tutto”, ha spiegato, evidenziando come alcuni giocatori possano arrivare più freschi, mentre altri potrebbero risentire della stanchezza accumulata. Sinner ha espresso fiducia nelle scelte fatte durante la stagione, che gli hanno permesso di non sovraccaricare il calendario e di arrivare a questo punto con una buona condizione fisica.

Obiettivi futuri

Ma Parigi Bercy non è l’unico pensiero nella mente di Sinner. Il vero obiettivo, ha confessato, è l’evento di Torino: “L’evento principale sarà quello di Torino”. La città piemontese ospiterà le Finals, un appuntamento che rappresenta uno dei momenti più attesi dell’anno per il giovane talento italiano. Solo successivamente si focalizzerà sulla Coppa Davis, dove l’Italia sogna di replicare i successi passati.

La nuova regolamentazione sul coaching

Sinner ha poi toccato un argomento che sta suscitando discussioni nel mondo del tennis: la nuova regolamentazione sul coaching, che a partire dal 2025 sarà consentito in tutti i tornei. Tuttavia, il tennista italiano non sembra particolarmente preoccupato da questa novità: “Non penso che cambierà molto”, ha affermato. Secondo Sinner, anche oggi gli allenatori riescono a comunicare con i giocatori, spesso con semplici sguardi o gesti. La vera sfida, sul campo, resta quella di affrontare le situazioni in autonomia, poiché il tennis rimane uno sport individuale dove il giocatore deve prendere decisioni cruciali in tempo reale.

Con queste premesse, Jannik Sinner si appresta a vivere un finale di stagione che si preannuncia ricco di emozioni e sfide. La sua determinazione e il suo approccio metodico lo rendono un avversario temibile per chiunque. Resta da vedere se quest’anno riuscirà a trasformare Parigi Bercy da un torneo ostico a un palcoscenico di successi.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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