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Serie B: Razzismo in campo, Brescia e Reggiana colpite da multe salate

Nell’ultima giornata di campionato di Serie B, il clima di tensione e intolleranza ha purtroppo trovato spazio anche sugli spalti. Le sanzioni inflitte dal giudice sportivo hanno messo in evidenza un problema serio e persistente: il razzismo nel calcio. Sono state comminate due multe significative, rispettivamente di 12.000 euro al Brescia e 10.000 euro alla Reggiana, in risposta agli insulti razzisti indirizzati dai tifosi verso i giocatori delle squadre avversarie, Sampdoria e Bari.

episodi di razzismo a Brescia e Reggio Emilia

Le partite di domenica scorsa hanno visto momenti di grande preoccupazione, con l’arbitro costretto a sospendere il gioco per alcuni minuti in entrambi gli stadi. Al Rigamonti di Brescia, il coro discriminatorio si è fatto sentire al 22′ del primo tempo, costringendo l’arbitro a fermare il match. La Procura federale ha quantificato i tifosi coinvolti in questo coro nel 8% del totale presente nel settore, evidenziando un problema di accettazione e rispetto nei confronti degli avversari e della diversità.

La motivazione della sanzione per il Brescia è stata chiara e diretta: il giudice ha sottolineato l’importanza di combattere ogni forma di discriminazione e il potere che i tifosi hanno di influenzare l’andamento della partita, non solo sul campo ma anche nell’atmosfera generale. È stato necessario, come da protocollo, effettuare un annuncio contro la discriminazione, un gesto che, sebbene simbolico, rappresenta un passo importante nella lotta contro il razzismo nel calcio.

il comportamento dei tifosi e le sanzioni

Anche a Reggio Emilia, la situazione non è stata migliore. Qui, al Mapei Stadium, il giudice ha sanzionato la Reggiana per il comportamento di alcuni tifosi che, al 39′ del primo tempo, hanno rivolto espressioni discriminatorie a un calciatore avversario. Inoltre, un sostenitore ha lanciato una scarpa in campo al 27′ del primo tempo, un gesto che ha compromesso ulteriormente la sicurezza e l’integrità dell’evento sportivo.

Questi episodi non sono isolati; il razzismo nel calcio italiano è un fenomeno che ha radici profonde e richiede un intervento deciso da parte delle istituzioni. La Lega Serie B si è già espressa a favore di misure più severe contro comportamenti discriminatori, ma è evidente che la lotta deve partire anche dai tifosi stessi e dalle società.

misure e iniziative contro il razzismo

È importante sottolineare che la repressione delle forme di razzismo e discriminazione non deve limitarsi alle sanzioni economiche. È fondamentale che le società di calcio investano in campagne di sensibilizzazione e educazione, coinvolgendo i propri tifosi nella costruzione di un ambiente sportivo inclusivo. Alcuni club italiani hanno già avviato iniziative in questo senso, ma la strada è ancora lunga.

In aggiunta, il Cosenza ha ricevuto una multa di 4.500 euro per il lancio di fumogeni in campo e per il ritardo nell’inizio del secondo tempo. Questi comportamenti, sebbene non siano direttamente legati al razzismo, contribuiscono a un clima generale di indisciplina che può facilmente sfociare in situazioni più gravi. È fondamentale che le società di calcio si impegnino non solo a mantenere la disciplina, ma anche a promuovere valori di rispetto e tolleranza.

Infine, è evidente che la risposta delle istituzioni e delle società deve essere ferma e risoluta. La Serie B, come il resto del panorama calcistico italiano, deve assumere un ruolo di leadership nella lotta contro il razzismo. Le multe sono un passo nella direzione giusta, ma è necessario continuare a lavorare per garantire che il calcio sia uno sport di tutti, dove ogni giocatore e tifoso possa sentirsi rispettato e valorizzato, indipendentemente dalla propria origine o colore della pelle.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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