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Segreti svelati delle barche in gara al vendée globe

Il Vendée Globe è una delle regate più prestigiose e impegnative del panorama velico internazionale, conosciuta come il “giro del mondo in solitario senza scalo”. Ogni edizione attira l’attenzione di appassionati e professionisti, non solo per le abilità straordinarie dei velisti, ma anche per le incredibili barche che partecipano. La decima edizione, partita da Les Sables d’Olonne sulla costa atlantica francese, ci offre l’opportunità di esplorare i segreti e le caratteristiche di queste imbarcazioni eccezionali.

Evoluzione della classe imoCA 60

Dal 2016, con l’introduzione di nuove regole, la classe IMOCA 60 ha subito un’evoluzione significativa. Questo tipo di imbarcazione, riconosciuto ufficialmente dalla World Sailing nel 1998, ha visto un incremento della velocità media del 50% rispetto ai modelli delle edizioni precedenti. Le barche sono lunghe 18,28 metri (60 piedi) e possono raggiungere i 20,12 metri con il bompresso. Hanno una larghezza massima di 5,85 metri e un pescaggio di 4,50 metri, con regole di sicurezza rigorose che garantiscono la protezione dei velisti durante la regata.

Caratterizzate da un design innovativo, queste barche combinano velocità e sicurezza. Alcune delle misure implementate includono:

  1. Zavorre posteriori
  2. Limite di inclinazione della chiglia basculante

Queste caratteristiche sono fondamentali per garantire prestazioni ottimali e sicurezza in mare aperto.

La progettazione delle imbarcazioni

Nel mondo dell’IMOCA 60, i nomi noti sono relativamente pochi rispetto ad altre classi come l’AC 75 dell’America’s Cup. La maggior parte delle barche sono progettate dallo studio VPLP o dall’architetto navalista Guillaume Verdier. Tuttavia, ci sono anche eccezioni, come l’imbarcazione “Tout commence en Finisterre” del veterano Jean Le Cam, progettata da David Raison.

La decima edizione del Vendée Globe ha visto la partecipazione di 40 barche, suddivise in tre gruppi distinti:

  1. Dodici imbarcazioni costruite recentemente
  2. Sedici imbarcazioni della generazione precedente con aggiornamenti significativi
  3. Dodici imbarcazioni più datate, con la più vecchia, “Human Immobilier”, costruita nel 2005

Innovazioni tecnologiche e personalizzazioni

Una delle caratteristiche più affascinanti delle barche IMOCA 60 è la possibilità di personalizzazione. Sebbene ci siano parametri fissi da rispettare, le scelte progettuali sono ampie. I velisti possono collaborare con i propri progettisti per ottimizzare ogni aspetto della loro imbarcazione. Ad esempio, le sei donne in gara hanno sviluppato attrezzature più leggere, mentre il tedesco Boris Herrmann ha progettato la sua barca con un’altezza sottocoperta maggiore.

Un altro esempio è Charlie Dalin, uno dei favoriti della corsa con la sua barca “Macif”, che ha collaborato con Verdier per realizzare un progetto innovativo. Giancarlo Pedote, un altro partecipante, ha scelto di rinforzare la sua imbarcazione “Prysmian”, puntando sull’affidabilità e la robustezza per affrontare i due mesi e mezzo di regata previsti.

Velocità e prestazioni

Le barche IMOCA 60 non sono progettate solo per affrontare le avversità del mare aperto, ma anche per raggiungere velocità straordinarie. Durante la regata, le imbarcazioni possono sviluppare medie impressionanti di 22 nodi, equivalenti a quasi 40 km/h, e percorrere fino a 600 miglia in 24 ore. Per rendere l’idea, è come effettuare un viaggio andata e ritorno da Cagliari a Napoli a vela.

L’accelerazione è un altro aspetto sorprendente di queste imbarcazioni. In pochi secondi, una barca può passare da una velocità di 10 nodi a 25 nodi, rendendo l’esperienza di navigazione simile a quella di una Formula 1, ma con la complessità e le sfide del mare aperto.

In conclusione, il Vendée Globe non è solo una competizione di velocità e abilità, ma anche un simbolo di perseveranza e inclusione nel mondo della vela. La diversità tra i partecipanti e le loro storie personali arricchisce ulteriormente la narrazione di questa regata straordinaria, rendendola un evento che trascende il semplice sport.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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Luca Baldini

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