Nel panorama calcistico italiano, la sfida tra Oaktree Capital Management e Exor rappresenta non solo un confronto tra due giganti della finanza, ma anche un interessante caso di studio sulla gestione moderna di club storici come Inter e Juventus. Entrambi i club, seppur con storie e strutture proprietarie diverse, si trovano ad affrontare sfide simili in un contesto economico e sportivo sempre più complesso e competitivo.
Oaktree Capital Management, fondo d’investimento statunitense specializzato nelle operazioni ad alto rischio, ha assunto il controllo dell’Inter solo cinque mesi fa. La sua entrata in scena è avvenuta attraverso l’escussione di un pegno a garanzia di un prestito non rimborsato da parte della famiglia Zhang, precedente proprietaria del club. Questo intervento ha trasformato Oaktree in un attore principale nel panorama calcistico italiano, con una chiara strategia di riposizionamento del club nerazzurro attraverso una gestione finanziaria più rigida e mirata alla sostenibilità economica.
Dall’altra parte, Exor rappresenta la continuità e l’evoluzione della storica famiglia Agnelli nel mondo del calcio. La holding, che detiene il 65,4% della Juventus, ha una lunga storia di coinvolgimento nel club torinese, risalente al 1923. Tuttavia, sotto la guida di John Elkann, Exor ha adottato un approccio sempre più internazionale e diversificato, con investimenti che spaziano dall’automotive al lusso, passando per la tecnologia e la sanità. Nonostante la Juventus rappresenti una piccola parte del portafoglio di Exor, il club continua a essere centrale nella strategia del gruppo, non solo come simbolo di prestigio, ma anche come veicolo per innovazioni e strategie di mercato.
Le differenze tra Oaktree ed Exor si riflettono anche nelle rispettive strategie di gestione dei club. Oaktree, esperta nel gestire situazioni di stress finanziario, ha già implementato misure drastiche per ridurre le perdite dell’Inter, che sono scese a 36 milioni di euro nell’ultimo esercizio. La strategia del fondo americano si concentra su una spesa oculata per giocatori promettenti e sull’accelerazione dei progetti infrastrutturali, come la costruzione di un nuovo stadio di proprietà. Questo approccio mira a stabilizzare le finanze del club e a porre le basi per un futuro più sostenibile.
Exor, invece, ha dovuto affrontare una serie di sfide finanziarie derivanti da spese elevate e da contingenze esterne, come la pandemia di COVID-19 e le irregolarità contabili. Nonostante un rosso di 199 milioni di euro nella stagione passata, la Juventus sta cercando di risanare le proprie finanze attraverso il ritorno in Champions League, la valorizzazione dei giovani talenti e una significativa riduzione dei costi operativi. L’obiettivo dichiarato da Elkann è quello di raggiungere l’utile e generare flussi di cassa positivi entro la stagione 2026-27, un traguardo ambizioso ma non impossibile.
La sfida tra Inter e Juventus, quindi, non si limita al campo di gioco, ma si estende ai piani alti delle rispettive proprietà, dove le decisioni finanziarie e strategiche avranno un impatto diretto sulle prestazioni future dei club. Mentre Oaktree punta su una gestione aggressiva e focalizzata sul medio termine per stabilizzare l’Inter, Exor scommette sulla sua capacità di innovare e adattarsi a un mercato in rapido cambiamento, mantenendo al contempo l’identità storica della Juventus.
In conclusione, la rivalità tra questi due colossi non è solo un confronto tra vecchio e nuovo, tra tradizione e modernità, ma rappresenta anche una riflessione su come il calcio moderno debba adattarsi a un contesto economico globale sempre più complesso. Le strategie adottate da Oaktree ed Exor potrebbero diventare modelli di riferimento per altri club in cerca di stabilità e successo nel difficile mondo del calcio professionistico.
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