Lo scandalo scommesse rischia di allargarsi ulteriormente. Oltre ai soliti nomi, ne circolano anche altri ma in attesa che le documentazioni siano ufficiali, si può ipotizzare quale siano i rischi corsi, in generale, da chi scommette.
Il dubbio è legittimo: i calciatori possono scommettere? La risposta è sì ma le norme parlano chiaro: possono puntare su eventi indipendenti dalla loro attività. Dunque, non possono avvicinarsi, in alcun modo e attraverso qualsiasi mezzo, al calcio, pena la squalifica che può arrivare sino ai tre anni. Vi sono ovviamente diverse interpretazioni del codice: se chi è indagato è collaborativo, potrà ottenere uno sconto di pena. Al contrario, la situazione si complica se il soggetto ha scommesso sulla propria squadra o su una propria prestazione. Si parte dal presupposto garantista. Sebbene l’opinione pubblica abbia già puntato il dito contro i ragazzi coinvolti, si è innocenti sino a quando non si è dichiarati colpevoli. Dunque essere stati raggiunti da un’indagine non implica assolutamente una sanzione, ma appunto, un’analisi accurata dei fatti per stabilire eventuali responsabilità.
La procura federale è autonoma dalla sportiva. Ognuna segue il proprio corso. Quella sportiva è più rapida. L’apertura delle indagini risale a settembre, dunque vi sono 60 giorni con proroghe di altri 40+20. Il processo sportivo deve terminare entro 90 giorni dal deferimento. Nella giustizia ordinaria, la punizione per i responsabili è di circa 500 euro, cifra irrisoria per un calciatore a meno che il filone, come è già accaduto in passato, degli scandali legati al calcio scommesse, si allarghi ad associazione a delinquere. In quel caso, si potrebbero aprire anche altri scenari, compreso l’arresto.
L’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva reca il titolo Divieto di scommesse e obbligo di denuncia e, nello specifico, il comma 4 prevede l’ipotesi di responsabilità delle società. La norma sulle scommesse infatti, prevede anche la responsabilità di chi è a conoscenza dei fatti. Dunque, se compagni di squadra, allenatori, dirigenti non si attengono all’obbligo di denuncia, rischiano di essere condannati per omessa denuncia. La norma prevede sei mesi di squalifica. In sintesi, i club non corrono rischi a meno che non sia provato che il risultato di una partita sia stato manipolato o alterato con la cooperazione del club. In quel caso, scatterebbero sanzioni che possono portare a punti di penalizzazioni sino, nei casi più estremi, alla retrocessione. Se invece non emergono prove di combine, sarà il singolo a rispondere delle proprie azioni.
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