A dieci anni dall’incidente spunta un altro retroscena su Michael Schumacher. Questo non può che aumentare il senso di rimpianto
Entrare nella leggenda della Formula Uno non è semplice, a volte possono non bastare i risultati in pista. Per vincere è infatti indispensabile avere una monoposto che sia all’altezza ma servono anche la freddezza, ideale per gestire al meglio le delusioni, e la determinazione, che deve portare a non arrendersi mai.
Virtù che, indubbiamente, sono appartenute a Michael Schumacher. Del resto sette titoli mondiali non possano essere conquistati per caso. Ancora adesso il tedesco è amatissimo dai sostenitori della Ferrari, che non possono che essere riconoscenti per i cinque titoli vinti quando era al volante della “Rossa”.
Si sottolinea spesso come la Formula Uno negli anni sia cambiata, ma questa idea raramente viene detta in modo positivo. Certamente le monoposto hanno subito innovazioni importanti ma, allo stesso tempo, troppo spesso si nota come le gare siano diventate noiose, quasi scontate.
Non può quindi che essere naturale chiedersi se chi ha conquistato diversi titoli in passato sarebbe stato in grado di fare altrettanto nella F1 attuale. Chi pensa che la risposta possa essere negativa nel caso di un campione del calibro di Michael Schumacher si sbaglia, almeno questo è il pensiero di un personaggio che per anni ha frequentato il Circus e che ha avuto modo di conoscerlo bene ovvero Ross Brawn.
Il “rimpianto” di Ross Brawn per Michael Schumacher
L’ex direttore tecnico della Ferrari è convinto che la carriera di Schumi sarebbe potuta essere ancora più lunga. A suo dire oggi avrebbe potuto avere in bacheca otto titoli e non sette, diventando così il pilota più vincente della storia. “Forse Michael ha appeso il casco troppo presto – sono state le sue parole alla Bild riportate da Formulapassion.it -. Lui ha gettato i semi del successo alla Mercedes dal 2010 al 2012. Se fosse stato ancora attivo nel 2014 avrebbe potuto vincere il titolo”.
Il senso di rimpianto nei confronti della figura di Michael Schumacher, a distanza di dieci anni dal terribile incidente sugli sci che ha cambiato la sua vita, non può che essere forte. Se quell’episodio non fosse accaduto, infatti, Schumi con ogni probabilità sarebbe legato a quello che è ancora oggi il suo mondo.
Su questo Brawn sembra avere davvero pochi dubbi: “Nel periodo in cui era alla Mercedes aveva iniziato a parlare in merito alla possibilità di diventare azionista – ha detto ancora l’ex dirigente -. Oggi Michael avrebbe quasi certamente una squadra. Il primo passo era già stato fatto, perché nel 2013 è stato ambasciatore del marchio”.
Il tedesco sarebbe stato inoltre in prima linea al fianco del figlio Mick, che non ha mai nascosto di voler ripetere le sue gesta, pur sapendo come i confronti possano essere pesanti da sopportare. Specie quando in ballo ci sono autentiche leggende come Michael.