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Scelte cruciali per la Coppa Davis: Volandri, Sinner e Berrettini in lizza

Un mese è tutto ciò che separa l’Italia dall’inizio della difesa del titolo di Coppa Davis, conquistato con tanto ardore e dedizione l’anno scorso, a ben 47 anni di distanza dal trionfo del 1976. Il 21 novembre, sul veloce indoor di Malaga, gli azzurri affronteranno l’Argentina nei quarti di finale ad eliminazione diretta, e capitan Filippo Volandri si trova di fronte a un dilemma che molti colleghi gli invidierebbero: chi convocare in una squadra così ricca di talento? Con il numero uno del mondo e altri sei giocatori nei primi 50 del ranking ATP, le opzioni non mancano e la scelta diventa un puzzle avvincente.

Jannik Sinner è la certezza indiscussa della squadra italiana. Dopo le prestazioni stellari dell’anno scorso in Coppa Davis, con tre vittorie in singolare e due in doppio, Sinner ha continuato a brillare nel 2024, vincendo due Slam e affermandosi come il numero uno del ranking mondiale. La sua presenza a Malaga non solo è scontata, ma è anche fondamentale per le aspirazioni dell’Italia, soprattutto se consideriamo che potrebbe arrivare alle finali di Coppa Davis sulla scia di un successo alle ATP Finals, che si concludono pochi giorni prima della sfida contro i Gauchos.

La competizione dietro Sinner

Dietro Sinner, la competizione è serrata. Lorenzo Musetti, che ha saltato i playoff a Bologna in accordo con Volandri, è il secondo miglior giocatore italiano e ha dimostrato di saper eccellere sul veloce, raggiungendo la finale a Chengdu a settembre. Sebbene la sua continuità possa essere messa in discussione, i picchi di rendimento di Musetti, come dimostrato alle Olimpiadi di Parigi, possono fare la differenza. Attualmente al numero 17 del ranking, Musetti è vicino al suo miglior livello di sempre, e se riuscirà a mantenere una buona forma fisica nei tornei che precedono Malaga, avrà un posto assicurato.

Il contributo di Matteo Berrettini

Matteo Berrettini rappresenta un altro punto di forza potenziale per la squadra. Dopo aver regalato tre vittorie cruciali nei playoff a Bologna, Berrettini è particolarmente a suo agio sulla superficie di Malaga, che si adatta perfettamente al suo stile di gioco potente. Oltre alle sue abilità tecniche, Matteo offre una leadership carismatica che è un valore aggiunto in qualunque competizione di squadra. Se la sua forma fisica lo permetterà, Volandri spera finalmente di schierare il tanto desiderato trio Sinner-Musetti-Berrettini, un sogno che in passato è sempre sfuggito per vari motivi.

La lotta per un posto in squadra

Dietro questi big, la lotta per un posto nella squadra è altrettanto intensa. Flavio Cobolli sembra essere in vantaggio su Matteo Arnaldi, l’eroe del 2023 che, dopo un’eccellente semifinale al Masters 1000 di Montreal, ha visto una flessione nelle sue prestazioni. Cobolli, al contrario, sta vivendo un momento di grande crescita e consapevolezza, dimostrando uno spirito combattivo che potrebbe rivelarsi cruciale nelle battaglie tipiche della Coppa Davis.

Il dilemma del doppio

Rimane aperto il dilemma del doppio, un fattore spesso decisivo in Davis. Simone Bolelli e Andrea Vavassori, grazie a una stagione eccezionale che li ha portati alle ATP Finals, meritano certamente un posto. Tuttavia, convocare entrambi significherebbe dover escludere uno tra Musetti, Berrettini e Cobolli, una scelta non facile per Volandri. La presenza di una coppia di doppio collaudata è cruciale, data l’importanza della specialità nella competizione, e questa decisione si preannuncia come una delle più difficili per il capitano azzurro.

Conclusione

In questo contesto di abbondanza e talento, Filippo Volandri deve ora ponderare le sue scelte, cercando di bilanciare tra esperienza, forma fisica e dinamiche di squadra, per mettere in campo la formazione più competitiva possibile. La Coppa Davis è una sfida unica, e l’Italia, con una rosa così promettente, punta a scrivere un altro capitolo glorioso nella sua storia tennistica.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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