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Scandalo razzista scuote il calcio dilettantistico

Durante una partita di calcio del campionato di Eccellenza si è verificato un episodio che ha scatenato una forte reazione di protesta e indignazione. Siamo a Santa Teresa Riva, nel Messinese, dove si disputava la gara tra Jonica e Città di Avola, valida per la quinta giornata del girone B. A cinque minuti dal termine della partita, con il Città di Avola in vantaggio per 3-0, Jairo Allegria, attaccante colombiano dello Jonica, è stato vittima di insulti razzisti e cori che imitavano versi di scimmia.

Allegria ha scelto di protestare in modo plateale, sedendosi in campo e rifiutandosi di continuare a giocare. “Mi insultavano e continuavano a fare buuu – ha dichiarato il calciatore – non me la sono sentita di continuare, non capisco la ragione di questo odio e di queste provocazioni. Non mi era mai successo di ricevere un simile trattamento”. Queste parole evidenziano un profondo disagio e impotenza di fronte a una situazione tanto dolorosa quanto inaccettabile.

La solidarietà della squadra

Inizialmente, i suoi compagni di squadra e lo staff tecnico hanno cercato di convincerlo a riprendere il gioco, ma di fronte alla sua determinazione e al significato simbolico del suo gesto, hanno scelto di abbandonare il campo in segno di solidarietà. Questa decisione ha segnato un momento di forte unità e supporto nei confronti di Allegria, mettendo in luce l’importanza di un fronte comune contro il razzismo.

La risposta del club e della squadra avversaria

Il club di Allegria ha pubblicato una nota sui social media per esprimere la propria posizione: “La società in tutte le sue componenti stigmatizza e condanna i cori razzisti, continuati e percepiti da tutto lo stadio, provenienti in maniera inequivocabile dal settore ospiti, nei confronti del nostro tesserato Jairo Allegria, al quale esprimiamo la nostra solidarietà”. Questo messaggio sottolinea la necessità di una risposta collettiva e decisa contro ogni forma di discriminazione razziale.

D’altro canto, il Città di Avola ha risposto con un comunicato ufficiale nel quale si dissocia dagli eventi, affermando: “La partita, giocata intensamente e condotta 0-3 dai nostri ragazzi, all’ 85′ non è stata sospesa, bensì abbandonata dalla squadra locale, che riceveva ordini dai vertici societari dopo aver sentito ipotetici insulti razzisti. Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto. Ma usare un tema delicato e complesso come il razzismo per mascherare responsabilità e sconfitta è un atteggiamento anti sportivo e altrettanto intollerabile”. Questo comunicato riflette una posizione difensiva e mette in discussione la dinamica degli eventi, sollevando ulteriori interrogativi.

L’intervento delle autorità

Nel frattempo, le autorità hanno agito per identificare gli autori dei cori razzisti, ponendo in evidenza l’importanza di un intervento rapido e deciso per prevenire simili episodi in futuro. I carabinieri hanno avviato le indagini e il giudice sportivo della Lega nazionale dilettanti in Sicilia è chiamato a decidere sulla convalida del risultato della partita, basandosi sul referto dell’arbitro Luigi Canicattì di Agrigento.

La lotta contro il razzismo nello sport

Questo episodio mette nuovamente in luce un problema persistente nel mondo del calcio e dello sport in generale: il razzismo continua ad essere una macchia che necessita di interventi concreti e risoluti. L’episodio sottolinea l’importanza di un dialogo aperto e di azioni concrete per combattere il razzismo, non solo attraverso dichiarazioni ufficiali, ma anche attraverso l’educazione e la consapevolezza.

In un contesto sportivo che dovrebbe promuovere l’inclusione e l’uguaglianza, episodi come questo ricordano quanto sia ancora lunga la strada da percorrere. La solidarietà dimostrata dalla squadra dello Jonica e la pronta identificazione dei responsabili sono passi importanti, ma è necessaria una mobilitazione più ampia per garantire che il calcio, e lo sport in generale, siano spazi sicuri e accoglienti per tutti.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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