Roma piange Rino Tommasi: un addio al grande giornalista

Roma ha vissuto un momento toccante e significativo con l’ultimo saluto a Rino Tommasi, uno dei giornalisti sportivi più amati e rispettati del panorama italiano, scomparso lo scorso 8 gennaio all’età di 90 anni. I funerali si sono svolti presso la Chiesa Gran Madre di Dio, un luogo scelto non solo per la sua bellezza architettonica, ma anche per il profondo significato che racchiude, essendo un punto di riferimento per la comunità romana.

La cerimonia è stata un tributo alla vita e alla carriera di un uomo che ha dedicato la sua esistenza al mondo del giornalismo sportivo. Tommasi, originario di Verona, ha avuto una carriera che si è estesa per oltre sei decenni, durante i quali ha raccontato le gesta degli sportivi italiani e le emozioni di eventi sportivi storici. La sua passione per il calcio lo ha reso una figura iconica, non solo tra gli appassionati, ma anche tra i colleghi, che lo hanno sempre considerato un punto di riferimento.

Un addio ricco di emozioni

Tra i presenti ai funerali, spiccava la figura del presidente del CONI, Giovanni Malagò, che ha voluto rendere omaggio a un uomo che ha segnato la storia del giornalismo sportivo. La cerimonia è stata arricchita dalla presenza di numerosi colleghi, amici e familiari, tutti uniti nel ricordare un uomo che ha avuto un impatto duraturo nel settore. Il feretro di Rino era adornato da una corona di fiori gialli e blu, i colori della sua amata Verona, un gesto che simboleggiava il suo legame con la città natale e la passione che ha sempre portato nel suo lavoro.

Durante la cerimonia, il figlio Guido ha condiviso un commovente ricordo del padre, descrivendolo come un uomo che ha avuto una vita straordinaria, dedicandosi al suo lavoro con passione e divertimento. Guido ha affermato che “lavorava divertendosi”, sottolineando come Rino fosse sempre in grado di trasmettere la sua passione per lo sport attraverso la scrittura e il racconto. Tuttavia, ha anche menzionato il “contrappasso” degli ultimi anni della sua vita, segnati da una malattia che, secondo lui, il padre non meritava. Questo contrasto tra una vita di successi e le difficoltà degli ultimi anni ha reso il saluto ancora più emozionante.

L’eredità di un narratore

Rino Tommasi non era solo un giornalista; era un narratore di storie. La sua abilità nel raccontare le emozioni legate agli eventi sportivi ha catturato generazioni di lettori e spettatori. La sua voce unica e il suo stile inconfondibile hanno arricchito il panorama del giornalismo sportivo italiano, rendendolo un nome sinonimo di eccellenza e professionalità. Con il suo lavoro, è riuscito a creare un legame speciale tra gli sportivi e il pubblico, trasmettendo l’essenza delle competizioni e delle sfide.

Negli anni, Rino ha coperto eventi di rilevanza internazionale, dalle Olimpiadi ai mondiali di calcio, sempre con uno sguardo critico e appassionato. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche, contribuendo a plasmare la narrazione sportiva italiana. La sua carriera è stata costellata di successi, ma ciò che lo ha reso davvero speciale è stata la sua autenticità. Non si è limitato a riportare i fatti; ha raccontato storie, ha messo in luce le emozioni dei protagonisti e ha condiviso le gioie e le delusioni di milioni di tifosi.

Un uomo di cultura

Inoltre, Rino Tommasi è stato anche un grande amante della musica e della cultura, elementi che ha saputo integrare nel suo lavoro. La sua curiosità e la sua voglia di apprendere lo hanno portato a esplorare diverse forme artistiche, arricchendo ulteriormente il suo bagaglio culturale. Era un uomo che sapeva apprezzare la bellezza della vita in tutte le sue sfaccettature, e questo si rifletteva anche nel suo modo di raccontare lo sport.

La scomparsa di Rino Tommasi segna un vuoto incolmabile nel mondo del giornalismo sportivo. La sua eredità continuerà a vivere attraverso i suoi scritti, le sue interviste e le storie che ha raccontato. La cerimonia di addio a Roma è stata un momento di celebrazione della vita di un uomo che ha dedicato la sua esistenza a raccontare le storie degli altri, un vero maestro nel suo campo. La sua passione, la sua dedizione e il suo amore per il giornalismo rimarranno un esempio per le future generazioni di reporter e narratori.