L’industria automobilistica rappresenta da sempre una colonna portante dell’economia italiana, e in particolare di quella piemontese. Tuttavia, gli ultimi dati emersi dall’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, condotto dall’Anfia e dalla Camera di Commercio di Torino, dipingono un quadro preoccupante per il futuro di questo settore strategico. Il 2024 è considerato un anno di arretramento per tutti i principali indicatori economici legati all’automotive, e questa situazione di incertezza sta spingendo molte aziende a riconsiderare la loro permanenza nel settore.
Imprese in fuga: un dato allarmante
Secondo il rapporto, il 12% delle imprese della componentistica auto sta valutando seriamente di abbandonare il settore. Questo dato è particolarmente allarmante, poiché queste aziende rappresentano una parte significativa della catena di approvvigionamento automobilistica. Le ragioni di questa potenziale fuga sono molteplici, ma al centro vi è una generale diminuzione del fatturato. Solo il 23% degli operatori ha registrato una crescita, mentre il 55% ha visto una contrazione, con un saldo negativo del 32%. Questa tendenza negativa è ancora più evidente quando si osservano gli ordinativi, sia interni che esteri. Il 57% delle imprese prevede una contrazione degli ordinativi interni e il 50% di quelli esteri, con saldi negativi rispettivamente del 40% e del 30%.
Crisi occupazionale e investimenti in calo
La situazione non migliora sul fronte dell’occupazione. Circa un terzo delle imprese prevede una riduzione del personale, con un saldo negativo del 17%. Anche gli investimenti fissi lordi mostrano un saldo negativo del 19%, indicando una mancanza di fiducia nel futuro del settore. L’unico segmento che sembra resistere a questa tendenza negativa è quello degli specialisti dell’aftermarket, che hanno attese più ottimistiche rispetto agli altri operatori.
Il Piemonte: cuore pulsante in difficoltà
Il Piemonte, storicamente cuore pulsante dell’industria automobilistica italiana, è la regione più colpita da questa crisi. Con il 33,6% delle imprese del settore installate sul suo territorio, il Piemonte genera il 34,7% del fatturato totale della filiera e dà lavoro al 33,1% degli addetti. Tuttavia, nel 2023, le 713 imprese piemontesi hanno registrato un fatturato di circa 20,4 miliardi di euro, impiegando 56.356 persone. Nonostante questi numeri ancora rilevanti, le prospettive future sono tutt’altro che rosee. Gli ordinativi interni ed esteri sono previsti in calo rispettivamente del 52% e del 46%, mentre il fatturato potrebbe ridursi del 46%.
Il rischio della dispersione di un patrimonio
Nicola Scarlatelli, vicepresidente della Camera di Commercio di Torino, ha espresso preoccupazione per il possibile abbandono del settore da parte di molte aziende. Secondo Scarlatelli, la perdita di imprese nel settore automotive significherebbe non solo un danno economico, ma anche la dispersione di un patrimonio di storia, cultura, competenze e tecnologie che hanno radici profonde in Piemonte. Tuttavia, ha anche sottolineato che ci sono opportunità emergenti in settori come l’aerospazio, il medicale, le macchine movimento terra e la nautica che potrebbero rappresentare nuove vie di crescita per le aziende che decidono di diversificare il loro portafoglio.
Adattamento e innovazione: le chiavi per il futuro
In un contesto così complesso, la capacità di adattamento delle imprese sarà cruciale. Le aziende dovranno essere in grado di innovare e diversificare per sopravvivere alle sfide di un mercato in continua evoluzione. Questo potrebbe significare sviluppare nuove competenze, investire in nuove tecnologie e cercare mercati alternativi. La transizione verso la mobilità sostenibile, ad esempio, offre molteplici opportunità per le aziende che sapranno coglierle, ma richiede anche investimenti significativi in ricerca e sviluppo.
In definitiva, il futuro del settore automobilistico italiano, e in particolare di quello piemontese, dipenderà dalla capacità delle aziende di trasformare le sfide attuali in opportunità di crescita e innovazione. Solo attraverso una visione strategica e un approccio proattivo sarà possibile superare le difficoltà e garantire la continuità di un settore che ha contribuito in modo determinante allo sviluppo economico e industriale del paese.