Un’annata indimenticabile e probabilmente irripetibile, quella della Red Bull. La RB19 passa alla storia come la monoposto più vincente della storia della F1. La scuderia austriaca ha totalizzato qualcosa come 860 punti in stagione: abbastanza per essere felici e far sorridere anche la Federazione Internazionale. La FIA infatti, godrà del dominio Red Bull.
Red Bull e l’accordo della Concordia: 7,5 milioni di euro
L’Accordo della Concordia prevede che dal 2013 la tassa di iscrizione al campionato successivo dipenda dal numero di punti conquistati. Per il 2024 la quota parte da una base di 657837 dollari, più 6575 dollari per ogni punto conquistato. Il titolo costruttori è un ulteriore voce nella lista spese: 7893 dollari. Dunque non serve una laurea in matematica per stabilire l’assegno da staccare: 7,445817 dollari da versare entro il prossimo 10 dicembre. Una bella cifretta.
Tutta “colpa” di Verstappen: i record di una stagione al max
Il “colpevole” della tassa è da rintracciare in Max Verstappen. Il pilota olandese non ha lasciato spazio agli avversari conquistando 19 vittorie su 22 (migliorando se stesso nel 2022), toccando una percentuale dell’86,36% e polverizzando il 75% di Alberto Ascari nel 1952. Ha totalizzato 1003 giri in testa a un Gran Premio e conquistato consecutivamente 1004 punti, superando di sei lunghezze il record di Hamilton nel 2020 e diventando il primo pilota a sforare quota 1000. È da 39 gare leader del Mondiale, ha distanziato di 290 punti Perez, secondo in classifica generale. Numeri impressionanti e difficilmente migliorabili in una stagione ma suscettibili di variazione verso l’alto in generale considerando che il tre volte campione del mondo ha solo 26 anni.
Una striscia ancora aperta: non ci sarà gara sino al 2026?
Lasciatisi alle spalle una delle stagioni più monotematiche della storia, resta da capire quali siano le prospettive. In questa ottica, Verstappen può scalare in fretta l’Olimpo anche perché nella F1 moderna chi trova la chiave giusta nell’interpretazione del regolamento e il giusto compromesso fra prestazioni e affidabilità, apre cicli lunghissimi. È già successo alla Mercedes e potrebbe ripetersi con la Red Bull. Si è già in pista per il 2024, ma i test hanno un enorme limite. Nessuno è in grado di stabilire cosa succederà da qui al marzo del prossimo anno. Di certo, un regolamento che non prevede alcun tipo di cambiamento sino al 2026, lascia la sensazione che sia molto complicato ribaltare totalmente le gerarchie. Tradotto in potenziali risultati, la Red Bull potrebbe essere avvicinabile, ma non ancora raggiungibile per almeno due anni. Sarebbe comunque sufficiente assistere a un campionato perlomeno più combattuto.