
Rabiot risponde alle critiche dei tifosi del PSG: la sua denuncia sui social - ©ANSA Photo
È emersa una forte polemica in Francia dopo gli insulti rivolti al centrocampista Adrien Rabiot durante la partita tra il Paris Saint-Germain e l’Olympique Marsiglia, che si è svolta al Parco dei Principi. Nonostante la vittoria per 3-1 della squadra di casa, il match è stato macchiato da cori offensivi e striscioni denigratori nei confronti di Rabiot, ex giocatore del PSG, che nel 2019 ha deciso di trasferirsi alla Juventus.
La rivalità tra Rabiot e i tifosi del PSG
La storia di Rabiot è ben nota ai tifosi di calcio in Francia. Nato a Saint-Maurice nel 1995, ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del PSG, dove è diventato un giocatore di spicco. Tuttavia, il suo passaggio alla Juventus ha lasciato un segno profondo nei cuori dei supporter parigini, molti dei quali lo considerano un traditore. Durante la partita, gli ultras del PSG hanno utilizzato frasi e cori che toccavano aspetti molto personali della vita del calciatore, culminando in un attacco che ha coinvolto anche la sua famiglia.
Gli insulti e la reazione di Rabiot
- Gli insulti non si sono limitati solo a Rabiot, ma hanno incluso anche riferimenti alla sua famiglia, in particolare alla madre, Veronique Rabiot, e al padre, scomparso nel 2019.
- Rabiot ha deciso di rompere il silenzio attraverso un post su Instagram, esprimendo il suo sdegno: “Insultare una madre e un padre defunto… Tutto si paga, un giorno. Non ti fa meritare il paradiso. Credimi”.
- Ha anche lanciato una frecciatina al presidente del PSG, Nasser Al-Khelaifi, affermando che “non puoi comprare la classe”.
La risposta della comunità calcistica
La reazione di Rabiot ha attirato l’attenzione dei media e ha sollevato un dibattito più ampio riguardante il comportamento dei tifosi. Diverse figure pubbliche, tra cui Philippe, presidente della Federcalcio francese, e Benoît Payan, sindaco di Marsiglia, hanno espresso il loro sostegno a Rabiot, condannando gli insulti e sottolineando l’importanza di proteggere i giocatori da attacchi personali. Anche l’Olympique Marsiglia ha annunciato che si unirà alla denuncia presentata dalla famiglia Rabiot.
Questa situazione non è isolata; il calcio francese ha affrontato episodi di violenza verbale in passato, e la questione degli insulti razzisti e omofobi è sempre più pressante. La Lega francese, in collaborazione con i club, sta cercando di implementare misure più severe per combattere questo fenomeno, ma i risultati sono ancora lontani dall’essere soddisfacenti.
Il benessere mentale dei calciatori
La reazione di Rabiot ha messo in evidenza anche un aspetto cruciale: il benessere mentale dei calciatori. Gli insulti e le offese possono avere un impatto devastante sulla salute mentale degli atleti, già sottoposti a enormi pressioni sia in campo che fuori. Sempre più calciatori iniziano a parlare apertamente delle loro esperienze con il bullismo e la violenza verbale, contribuendo a creare un ambiente più consapevole e solidale.
La denuncia presentata da Veronique Rabiot rappresenta un passo importante nella lotta contro gli abusi verbali nel calcio. La madre del giocatore ha affermato che non è accettabile tollerare comportamenti del genere, specialmente nei confronti di chi ha già subito una perdita devastante. La sua determinazione a difendere la dignità del figlio e della sua famiglia è un segnale chiaro di come la comunità calcistica debba unirsi per combattere queste ingiustizie.
La storia di Adrien Rabiot, quindi, va oltre il calcio; è quella di un uomo che affronta la dura realtà delle offese e della rivalità nel mondo del calcio. Con il sostegno di figure pubbliche e della sua famiglia, Rabiot spera di contribuire a un cambiamento significativo, affinché episodi come quelli vissuti durante la partita al Parco dei Principi non si ripetano più.