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Quesada: l’Italia punta a competere con le grandi del rugby mondiale

Il rugby italiano si prepara a vivere un’altra intensa edizione del Torneo Sei Nazioni, e le aspettative sono alte. Gonzalo Quesada, il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana, ha rilasciato dichiarazioni significative durante la presentazione dell’edizione 2025 del torneo che si è svolta a Roma. Le sue parole riflettono non solo la crescente ambizione della squadra, ma anche la consapevolezza delle sfide che attendono gli azzurri.

“Abbiamo aspettative maggiori rispetto all’anno scorso, ma non c’è una squadra che non ha pressioni”, ha affermato Quesada. Questo riconoscimento della pressione è fondamentale in un torneo così prestigioso e competitivo come il Sei Nazioni, dove ogni squadra cerca di dimostrare il proprio valore. La scorsa edizione è stata per l’Italia un torneo memorabile, con prestazioni che hanno sorpreso molti, ma il ct è realistico: “Siamo consapevoli che l’anno scorso è stato un grande torneo per noi, ma sappiamo anche contro chi giochiamo e la dimensione di queste sfide”.

L’Italia ha mostrato segni di crescita negli ultimi anni, ma Quesada sa bene che il cammino è ancora lungo. “Abbiamo il potenziale per giocare meglio, difendere meglio ed avere un carattere ancora più forte”, ha dichiarato il ct, evidenziando l’importanza di un approccio mentale resiliente e determinato. Questo aspetto è cruciale, soprattutto quando si confrontano con squadre storiche come Inghilterra, Francia e Irlanda, squadre che vantano una lunga tradizione di successi nel rugby internazionale.

Desiderio di competere con tutte le squadre

Uno dei temi centrali del discorso di Quesada è il desiderio di competere con tutte le squadre del Sei Nazioni. “Vogliamo competere con tutti anche se sarà complicatissimo fare meglio dell’anno scorso”, ha osservato, sottolineando la volontà di non accontentarsi dei risultati passati ma di puntare sempre più in alto. L’allenatore argentino, che ha preso le redini della squadra nel 2023, porta con sé un bagaglio di esperienza e una visione strategica che potrebbe rivelarsi determinante per il futuro del rugby italiano.

Il senso di orgoglio e responsabilità di rappresentare l’Italia è palpabile nelle parole di Quesada. “Per me allenare l’Italia in questa competizione così prestigiosa è un motivo d’orgoglio”, ha dichiarato, rimarcando l’importanza di indossare la maglia azzurra. Questo sentimento di appartenenza è fondamentale per motivare i giocatori e instillare in loro un forte senso di identità nazionale, elemento chiave in uno sport come il rugby, dove la passione e la determinazione possono fare la differenza in campo.

Cambiamento culturale e obiettivi futuri

Il Sei Nazioni non è solo un torneo, ma un vero e proprio palcoscenico per dimostrare il valore del rugby italiano a livello internazionale. “Il nostro obiettivo è assicurarci di essere al livello delle altre nazionali storiche per comportamento, modo di giocare e passione”, ha continuato Quesada, evidenziando la necessità di un cambiamento culturale all’interno della squadra. Questo richiede non solo miglioramenti tecnici e tattici, ma anche una rinnovata mentalità, capace di affrontare le avversarie con il giusto spirito competitivo.

L’Italia è parte del Sei Nazioni da 25 anni, un traguardo significativo che testimonia la costante evoluzione della squadra. Tuttavia, la tradizione italiana nel rugby è ancora giovane rispetto a quella delle altre nazioni partecipanti. “Dobbiamo dimostrare che possiamo competere contro le altre cinque nazioni ed essere davvero parte del torneo”, ha affermato con fermezza. Questo è un messaggio chiaro non solo per i giocatori, ma anche per i tifosi e per tutti coloro che seguono il rugby in Italia.

Un’opportunità unica per il rugby italiano

Il prossimo Sei Nazioni rappresenterà un’opportunità unica per l’Italia di mostrare i progressi fatti e di affermarsi come una forza competitiva a livello europeo. I tifosi, entusiasti e speranzosi, si preparano a sostenere gli azzurri, consapevoli che ogni partita sarà una battaglia da affrontare con determinazione e passione. L’allenatore argentino, con la sua visione chiara e la sua passione per il gioco, ha già cominciato a infondere nuova energia nella squadra, e i risultati potrebbero presto riflettersi sul campo.

In questo contesto, il rugby italiano sta vivendo un momento cruciale. Con l’avvicinarsi del torneo, le aspettative e le speranze crescono, e Quesada sembra pronto a guidare gli azzurri verso un futuro promettente. L’obiettivo di competere con le migliori squadre è ambizioso, ma con il giusto approccio e una preparazione adeguata, l’Italia potrebbe sorprendere e conquistare il cuore di molti appassionati di rugby nel corso del Sei Nazioni.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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