Il 4 novembre è stato un giorno cruciale per il calcio italiano, un momento destinato a rimanere nella memoria collettiva. Durante l’assemblea straordinaria della FIGC, le modifiche proposte allo statuto federale da Gabriele Gravina sono state approvate con oltre l’83% dei voti favorevoli. Questo risultato ha segnato una vittoria per Gravina, ma ha anche evidenziato una profonda frattura con la Lega Serie A, che non ha nascosto il suo malcontento e sta ora valutando la possibilità di un ricorso.
La Lega Serie A, infatti, ha mostrato una compattezza notevole, con tutte le 20 società che hanno scelto di non appoggiare le proposte di Gravina: 8 voti contrari e 12 astensioni sono stati registrati ad ogni chiamata. Questo atteggiamento è stato interpretato dal presidente della Lega A, Lorenzo Casini, come un segnale di disagio nei confronti delle decisioni prese. Casini ha descritto la situazione come un’occasione mancata per raggiungere un maggiore equilibrio nei pesi delle diverse componenti federali. Gravina, dal canto suo, ha interpretato il voto come un riflesso della comprensione da parte di alcune componenti di quanto fatto a loro favore.
Le modifiche allo statuto mirano a ridefinire gli equilibri all’interno della federazione, con un nuovo assetto di rappresentanza e potere decisionale. La Lega Serie A, ad esempio, avrà ora il 18% dei voti in assemblea e quattro consiglieri federali, mentre la Lega B e la Lega Pro avranno rispettivamente il 6% e il 12% dei voti. Nonostante le richieste della Serie A per un 20% e cinque consiglieri, Gravina ha sottolineato che il peso della Serie A nel nuovo assetto va ben oltre quello della Premier League, che spesso viene considerata come un modello.
Una riforma necessaria secondo Gravina, è stata necessaria per adeguare lo statuto alla ricerca di un nuovo equilibrio federale, con il rispetto e la responsabilità come denominatori comuni. Tuttavia, ha riconosciuto che negli ultimi mesi ci sono stati momenti di tensione, con lui stesso al centro di attacchi che ha etichettato come infamie e dossieraggi. Gravina ha ribadito la sua determinazione a non piegarsi di fronte a queste difficoltà e ha annunciato che nei prossimi giorni si prenderà il tempo per riflettere sul suo futuro e per confrontarsi politicamente con tutte le componenti del calcio italiano.
Il ricorso della Lega Serie A è in preparazione e pianifica di discutere ulteriori mosse nella prossima assemblea, prevista per il 18 novembre. Giuseppe Marotta, presidente dell’Inter, ha espresso la necessità di un confronto schietto e di evitare una conflittualità che sfocia in personalismi deleteri. Anche Matteo Marani, presidente della Lega Pro, ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni e lavorare insieme per il bene del calcio italiano.
Aspetti economici e organizzativi della riforma non si limitano a questioni di rappresentanza ma toccano anche aspetti economici e organizzativi. Gravina ha avanzato richieste alla politica, tra cui il Tax Credit, una percentuale sulle scommesse, e la semplificazione burocratica per migliorare gli impianti sportivi. Questi temi, secondo Gravina, sono di fondamentale importanza e richiedono un dialogo costruttivo con il mondo politico per trovare soluzioni efficaci.
In questo contesto di cambiamenti e tensioni, il calcio italiano si trova a un bivio: da un lato, la necessità di adattarsi a nuove dinamiche federali e, dall’altro, la sfida di mantenere coesione tra le diverse componenti per continuare a crescere e migliorare. La strada è complessa, ma le decisioni prese ora potrebbero definire il futuro del calcio nel nostro paese per gli anni a venire.
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