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Prof. Rinaldo escluso, Robinson prende le redini di ‘World Rugby’

Il professor Andrea Rinaldo, noto ex rugbista italiano e scienziato di spicco a livello internazionale, ha recentemente tentato di ottenere la presidenza di World Rugby, ma non è riuscito nell’impresa. Rinaldo, che ha rappresentato l’Italia in quattro occasioni negli anni ’70, è conosciuto non solo per il suo contributo allo sport, ma anche per le sue eccezionali realizzazioni accademiche. È direttore del Laboratorio di eco-idrologia all’Ecole Polytechnique Federale di Losanna e nel 2023 ha ricevuto lo Stockholm Water Prize, un prestigioso riconoscimento spesso paragonato al Premio Nobel per le scienze dell’acqua.

La candidatura di Rinaldo e il cambiamento nella leadership di World Rugby

La sua candidatura alla presidenza di World Rugby è stata vista come un passo significativo per il rugby italiano e per la rappresentanza europea nell’organismo globale. Tuttavia, durante le votazioni tenutesi a Dublino, il professor Rinaldo è stato superato da Brett Robinson, 54enne australiano e ora primo presidente del rugby mondiale proveniente dall’emisfero sud. Robinson ha avuto la meglio su Rinaldo e su un altro candidato, il francese Abdelatif Benazzi. La vittoria di Robinson segna un cambiamento importante nella leadership di World Rugby, poiché porta una nuova prospettiva e un diverso background culturale al vertice dell’organizzazione.

L’esperienza di Rinaldo nel rugby e nella scienza

Rinaldo non è un personaggio estraneo al rugby e alla sua gestione. Ha ricoperto ruoli significativi all’interno della Federazione Italiana Rugby (FIR) come consigliere dal 2012 al 2020 e ha anche presieduto il Petrarca Padova, club che ha rappresentato come giocatore, conquistando il titolo di campione d’Italia per tre volte. La sua esperienza sia nel campo sportivo che in quello accademico lo rende una figura di grande rilievo, capace di unire competenze tecniche a una profonda conoscenza delle dinamiche del rugby a livello internazionale.

Reazioni alla mancata elezione di Rinaldo

La notizia della sua mancata elezione ha suscitato reazioni contrastanti, con molti che hanno espresso rammarico per l’opportunità persa di avere un rappresentante italiano al vertice di un’organizzazione così influente. Rinaldo ha sempre sostenuto la crescita e lo sviluppo del rugby, non solo in Italia ma anche a livello globale, e la sua esperienza scientifica potrebbe aver portato nuove idee e approcci innovativi nella gestione della disciplina.

La nazionale italiana di rugby e le sfide future

Nel frattempo, la nazionale italiana di rugby si sta preparando per una sfida imminente contro la Georgia, prevista per domenica a Genova. Questo test match rappresenta un’importante opportunità per il CT Gonzalo Quesada di testare la formazione e preparare al meglio il team per le competizioni future. Tuttavia, è stata confermata l’indisponibilità di due giocatori chiave, Ange Capuozzo e Lorenzo Cannone, il che potrebbe influenzare le strategie di gioco. Il coach Quesada annuncerà la composizione del XV iniziale per affrontare la Georgia, una partita che potrebbe essere cruciale per il morale della squadra e per la costruzione della rosa in vista di competizioni più importanti.

Il futuro del rugby italiano

In questo contesto, il rugby italiano continua a cercare di affermarsi a livello internazionale. L’elezione di Brett Robinson come presidente di World Rugby rappresenta un’opportunità per il rugby dell’emisfero sud di influenzare le decisioni e le politiche a livello globale. Tuttavia, la presenza di figure come il professor Rinaldo, anche se non nell’incarico di presidenza, rimane fondamentale per il dialogo e la crescita del rugby in Italia e in Europa.

La comunità rugbistica è in attesa di vedere quali cambiamenti porterà Robinson alla guida di World Rugby e come questi si rifletteranno sulle dinamiche del gioco a livello mondiale. La sfida contro la Georgia potrebbe rappresentare un primo passo importante per l’Italia, mentre il professor Rinaldo continuerà a contribuire al rugby e alla scienza, mantenendo vive le speranze di un futuro migliore per il rugby italiano.

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