Preparatore atletico nel calcio, chi è e che cosa fa

Il mondo del preparatore atletico nel calcio: chi è, quali sono le sue competenze e il suo ruolo all’interno della squadra

Il calcio è uno sport che richiede una buona preparazione fisica e mentale per raggiungere prestazioni ottimali. Per questo motivo, è fondamentale la presenza di un preparatore atletico nella squadra. In questo articolo, scopriremo chi è il preparatore atletico nel calcio, quali sono le sue competenze e responsabilità, e come contribuisce al successo della squadra.

Chi è il preparatore atletico e cosa fa esattamente?

Spesso ci riferiamo al team tecnico (inclusi il capo allenatore, l’assistente allenatore, il preparatore atletico e l’allenatore dei portieri) principalmente quando parliamo di squadre professionali, dalla serie D o da qualche club d’Eccellenza.

Tuttavia, nelle leghe dilettantistiche molte organizzazioni tendono a sottovalutare l’importanza del ruolo del preparatore atletico, vedendolo come un onere e una spesa aggiuntiva per il bilancio annuale, senza considerare l’expertise e la profonda comprensione che può apportare al team.

Al giorno d’oggi, è comune vedere sessioni di allenamento condotte unicamente dal capo allenatore, basate talvolta su concetti obsoleti. Metodi datati, che pur migliorando le prestazioni del giocatore, ignorano le evoluzioni del calcio a livello fisico.

È essenziale fare affidamento ad un esperto, poiché lo scopo di un preparatore è pianificare minuziosamente ogni sessione di allenamento, dalla pre-allenamento fino all’ultimo incontro della stagione, adattando le sessioni in funzione ai diversi obiettivi dell’allenamento. Inoltre utilizza strumenti e tecniche per prevenire gli infortuni, allenare la forza (anche su base individuale per ogni giocatore) assicurando la possibilità di essere molto efficienti sia in allenamento che in gara.

Il ruolo del preparatore è anche fondamentale nel settore giovanile, dove l’obiettivo è aiutare ogni bambino o adolescente a sviluppare una buona struttura corporea, minimizzando vari problemi di movimento e coordinazione. I preparatori devono infatti lavorare per formare atleti, specialmente nei giovani; non dovrebbe importare se in futuro praticheranno calcio, basket, pallavolo o qualsiasi altro sport. Si deve puntare a far crescere il giovane in maniera sana.

Pallone da calcio su erba
Foto | AnnRos @Canva – wigglesport.it

 

Il ruolo di un allenatore fisico è essenziale, specialmente nelle categorie giovanili.

L’allenatore fisico è responsabile nel fornire ai giovani atleti le basi delle abilità di coordinazione e atletismo, che una volta venivano acquisite spontaneamente attraverso i giochi infantili. Per i giocatori che competono, il compito dell’allenatore fisico è di migliorarne le performance atletiche per poter affrontare la velocità e le richieste del calcio moderno, anche a livello giovanile.

I duri allenamenti svolti durante la settimana possono portare ad una percezione dell’allenatore fisico come una sorta di figura cattiva e severa, fornendo poche gratificazioni in cambio del duro lavoro svolto. Nonostante questa immagine negativa, l’allenatore fisico deve svolgere il suo lavoro con scrupolo e professionalità assoluta per garantire che ciascun atleta, e la squadra nel suo complesso, raggiungano gli standard di efficienza e efficacia fisica necessari.

Questo è ciò che tutti – allenatori, gestione e soprattutto i giocatori stessi – si aspettano dal loro preparatore fisico.

Per raggiungere tali traguardi, da un lato è fondamentale che si collezionino quanti più dati sulle peculiarità psico-fisiche di ogni giovane, per poter, quando necessario e entro specifici limiti, regolare e personalizzare gli allenamenti. D’altro canto, è cruciale che l’istruttore si sforzi di stimolare e favorire, gradualmente nel gruppo, una “cultura dell’esercizio fisico”, vista come una componente essenziale per un’elevata performance sportiva. Nello specifico, per “cultura” si intende la consapevolezza profonda, ovvero la piena comprensione e riconoscimento del bisogno vitale di mantenere un’eccellente forma fisica per poter raggiungere una buona performance atletica in campo. Fornire una tale consapevolezza a dei giovani in crescita, ancora molto inclini al “principio del piacere” è semplice in teoria ma notevolmente più arduo in pratica.

Come gestire la ‘resistenza’ da parte dei giocatori

Un metodo che l’istruttore sportivo potrebbe utilizzare riguarda la distribuzione costante ai propri atleti di dettagliate e accurate informazioni sui reali vantaggi di ogni esercizio proposto durante la sessione di allenamento. Questo potrebbe aiutare a facilitare la comprensione dello sforzo richiesto dal ‘coach’, rendendolo più accettabile anche a livello cognitivo ed emotivo. Una supplementare strategia potrebbe essere quella di cercare di illustrare ai giocatori la connessione tra l’esercizio di allenamento suggerito e le circostanze di gioco in cui questo ha un esatto riflesso (per esempio, l’accelerazione su brevi distanze, la reattività a un finto movimento, il cambio di direzione per un dribbling, etc.). In questa maniera, si assistono i giocatori a creare precise correlazioni tra l’esercizio effettuato in allenamento e l’effetto situazionale in una partita reale, promuovendo quindi l’acquisizione graduale della consapevolezza necessaria riguardo all’impegno continuo che si deve dedicare alla preparazione atletica nel calcio.

Tipi di metodi di allenamento

Ogni allenatore ha le sue filosofie personali e ad oggi esistono quattro tipi di metodi di allenamento:

  • Il metodo tradizionale, che separa la preparazione tattica dalla fisica.
  • Il metodo combinato che integra la formazione atletica nelle situazioni di gioco e negli esercizi tattici.
  • Il metodo Mourinho, un metodo integrato che pianifica l’allenamento settimanale in vista della prossima partita.
  • Esiste un altro metodo chiamato MyFootballCoach Primo sulla Palla, che incorpora un sistema rivoluzionario di valutazione, pianificazione e monitoraggio, progettato per sviluppare tutti i fattori di performance (se ne contano 19 principali) per ottenere delle performance elevate e raggiungere un risultato ambizioso.

Quanto può guadagnare 

Rispondere non è semplice, sicuramente la risposta più appropriata sarebbe: tutto dipende. Chiaramente, la risposta deriva dal livello, dal settore di lavoro, e dall’esperienza acquisita. La paga media di un allenatore fisico può variare a seconda della carriera prescelta. Alcuni optano per l’impiegato in aziende, federazioni o centri sportivi, mentre altri integrano il loro reddito attraverso consulenze.

Dopo un periodo di tirocinio, alcuni scelgono di aprire il loro studio o centro. Sfortunatamente, definire un guadagno medio in questo campo è quasi un’impresa. Inoltre, la quantità della paga varia a seconda del tipo di lavoro: ad esempio, un allenatore esperto che segue un solo atleta potrebbe avere un tariffario a ore.

Considerando il mondo del calcio, gli stipendi potrebbero mostrarsi allettanti, ma è necessario accumulare molta esperienza prima di farsi notare. Questo perché la competizione può essere feroce, e spesso le carriere degli allenatori fisici non riescono a superare le società dilettantistiche.

Per i liberi professionisti, è difficile precostituire un guadagno medio. Se gli atleti o gli enti sono di rilevanza internazionale, potrebbero accumulare guadagni considerevoli.

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