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Pogacar: La mia strada verso la grandezza

Tadej Pogacar, giovane fenomeno del ciclismo mondiale, si è espresso con sincerità e modestia durante il Festival dello sport di Trento, parlando del suo approccio alla carriera e dei paragoni che spesso vengono fatti tra lui e i grandi del passato. Nonostante i successi incredibili che ha già collezionato in giovane età, Pogacar preferisce vivere nel presente, concentrandosi sulla sua strada e rifiutando di lasciarsi influenzare dalla storia del ciclismo. Questa filosofia lo ha portato a diventare uno dei corridori più promettenti e ammirati del panorama ciclistico attuale.

Pogacar ha sottolineato che il confronto con i campioni del passato è certamente lusinghiero, ma non lo interessa più di tanto. “Non mi piace confrontarmi con gli altri e poi non so molto della storia dell’epoca perché non ero neanche nato”, ha dichiarato. Questa affermazione riflette non solo la sua umiltà, ma anche una mentalità focalizzata sull’autenticità e sull’individualità. Pogacar desidera seguire il suo percorso personale, concentrandosi sul vivere il momento piuttosto che preoccuparsi di come verrà ricordato nella storia del ciclismo.

Un inizio senza idoli

Cresciuto in Slovenia, Pogacar non ha mai avuto un idolo specifico nel mondo del ciclismo. Da giovane, il suo interesse per questo sport era piuttosto limitato. “Quando ero in Slovenia guardavo il Tour e poi quando ho iniziato ad appassionarmi c’era Schleck, ma non ho mai avuto un idolo”, ha confessato. Questa mancanza di un modello di riferimento tradizionale potrebbe spiegare il suo stile di corsa unico e innovativo. Infatti, Pogacar è noto per il suo modo di correre aggressivo, preferendo attaccare da lontano piuttosto che aspettare il momento giusto per uno sprint finale. “Mi piace guardare le corse, mi piace farlo da lontano, non mi piace quando si aspetta al traguardo”, ha spiegato. Questo approccio non convenzionale è forse uno dei motivi per cui è riuscito a stupire così tanto il mondo del ciclismo.

Successi e umiltà

La carriera di Pogacar è già costellata di successi, tra cui due vittorie consecutive al Tour de France nel 2020 e nel 2021. Questi trionfi lo hanno catapultato al centro dell’attenzione mondiale, ponendolo sotto i riflettori come uno dei più grandi talenti della sua generazione. Tuttavia, Pogacar rimane con i piedi per terra, riconoscendo che il suo viaggio è appena iniziato e che ci sono ancora molte sfide da affrontare. La sua determinazione a rimanere fedele a se stesso, a crescere e a migliorare continuamente è evidente nelle sue parole e nel suo comportamento.

Una filosofia di vita

La filosofia di Pogacar è quella di un atleta che cerca di godersi ogni momento e di non farsi ossessionare dal passato o dal futuro. Questa mentalità può essere vista come un antidoto al peso delle aspettative che molti giovani talenti soffrono. Pogacar non vuole essere intrappolato in paragoni incessanti con i ciclisti del passato, né desidera essere ossessionato dall’idea di dover superare i loro record. Invece, si concentra su ciò che può controllare: il suo allenamento, la sua strategia di gara e il suo amore per lo sport.

Un futuro promettente

Per un giovane ciclista che ha già raggiunto vette così alte, il futuro di Pogacar è pieno di possibilità. Con la sua attitudine rilassata e il suo approccio unico, ha il potenziale per ridefinire il ciclismo moderno, ispirando una nuova generazione di corridori a essere autentici e a seguire il proprio percorso. La sua storia è un promemoria di come lo sport possa essere una celebrazione del talento individuale e della passione, piuttosto che una semplice rincorsa alla gloria o ai record del passato.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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