
Platini e Blatter assolti: la fine di un decennio di scandali nel Fifa-gate - ©ANSA Photo
La conclusione di un lungo incubo giudiziario è finalmente arrivata per Sepp Blatter e Michel Platini, due figure emblematiche del calcio mondiale. Dopo dieci anni di incertezze, indagini e accuse, la Corte d’appello di Muttenz, in Svizzera, ha definitivamente assolto entrambi dalle accuse a loro carico, chiudendo così il caso noto come “Fifa-gate”. Questo scandalo ha avuto ripercussioni enormi nel mondo del calcio, portando alle dimissioni di diversi dirigenti e minando la credibilità della FIFA, l’organo di governo del calcio internazionale.
Le accuse contro Platini e Blatter risalgono al 2015 e riguardavano presunti illeciti legati a un pagamento controverso di due milioni di franchi svizzeri, effettuato da Blatter a Platini nel 2011. Questo pagamento, secondo l’accusa, era un compenso per consulenze svolte da Platini tra il 1999 e il 2002. Tuttavia, la difesa dei due ha sempre sostenuto che il pagamento fosse legittimo e che fosse il risultato di un accordo tra le parti. La vicenda ha portato a una serie di squalifiche e sospensioni che hanno segnato la carriera di Platini, ex presidente dell’UEFA e Pallone d’Oro, e di Blatter, che ha guidato la FIFA per oltre quindici anni.
La carriera di Platini e le sue sfide
La storia di Platini è particolarmente affascinante. Dopo una carriera da giocatore di successo, che lo ha visto trionfare con la maglia della Juventus e della nazionale francese, Platini è diventato un’importante figura dirigenziale nel calcio. La sua candidatura alla presidenza della FIFA, però, è stata bloccata dalle accuse di corruzione, che hanno avuto un impatto devastante sulla sua reputazione. In un’intervista rilasciata dopo la sua assoluzione, Platini ha affermato:
“La persecuzione della FIFA e di alcuni procuratori svizzeri degli ultimi 10 anni è completamente finita. Mi è stato impedito di diventare presidente della FIFA. Il mio onore è tornato, ma ora sono troppo vecchio per nuove responsabilità”.
L’epilogo del caso Fifa-gate
La Procura elvetica, a inizio marzo, aveva chiesto una pena detentiva di un anno e otto mesi con la condizionale per entrambi, accusandoli di truffa, falso in documenti e gestione infedele. Secondo il ministero pubblico della Confederazione, Blatter e Platini avrebbero frodato la FIFA per una somma di due milioni di franchi, ma l’assoluzione di oggi praticamente annulla queste accuse. È importante notare che, sebbene la sentenza di oggi chiuda la maggior parte delle questioni legali, rimane la possibilità di un ricorso in Cassazione presso il Tribunale federale svizzero, ma solo per motivi di natura giuridica limitata.
Le conseguenze del Fifa-gate
Il “Fifa-gate” ha avuto inizio nel 2015 con un’ampia indagine condotta dalla magistratura svizzera, che ha portato all’arresto di vari funzionari FIFA e a una serie di rivelazioni scioccanti riguardanti corruzione e mala gestione all’interno dell’organizzazione. La situazione è diventata particolarmente tesa quando, l’8 ottobre 2015, il comitato etico della FIFA ha sospeso Platini per 90 giorni, dando il via a una serie di eventi che avrebbero cambiato per sempre il panorama calcistico.
- Dicembre 2015: Platini squalificato per otto anni dalle attività calcistiche.
- 2016: Squalifica ridotta a sei anni e poi a quattro dopo un ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna.
- Maggio 2018: Giustizia svizzera scagiona Platini da ogni accusa.
- Luglio 2022: Tribunale penale federale di Bellinzona assolve Platini e Blatter dall’accusa di truffa.
Oggi, mentre entrambi gli ex dirigenti si trovano di fronte a un futuro incerto, la loro assoluzione non cancella le cicatrici lasciate dal “Fifa-gate”. Le istituzioni calcistiche e gli organi di governo del calcio si trovano ad affrontare un compito arduo: ripristinare la fiducia e la credibilità di un sistema che è stato messo a dura prova da anni di scandali e corruzione. La speranza è che, con la chiusura di questa lunga e travagliata vicenda, il mondo del calcio possa finalmente voltare pagina e concentrarsi su ciò che conta di più: il gioco stesso.