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Perez, dura la vita in Red Bull: non basta arrivare secondo

La Red Bull ha iniziato la stagione 2024 esattamente come il resto della concorrenza temeva: dominando dal primo all’ultimo giro. I motivi di interesse della F1 riguardano Il dominio di Verstappen o le accuse contro Horner. La terza alternativa, invece, riguarda il futuro di Perez.

A Perez non basta neanche arrivare secondo…

Da quando è arrivato al garage Red Bull, ovvero dal 2021, Sergio Pérez è sempre passato come un perfetto inosservato. Spalla, al massimo pilota a rischio, d’altronde come tutti i colleghi che lo hanno preceduto e hanno dovuto fare i conti con il “cannibalismo” di Max Verstappen. A parziale difesa del messicano, che sembra destinato a lasciare il team a fine stagione (si parla di Ricciardo e Sainz), c’è il secondo posto ottenuto in Bahrein e Jedda, nel GP d’Arabia ma nei box Red Bull arrivare dietro Verstappen, avendo la monoposto dominante, è il minimo sindacale. Dunque nel giudizio complessivo di inizio stagione, pesa di più una qualificazione non all’altezza delle aspettative (in entrambi i GP disputati sinora non ha mai centrato la prima fila) che il risultato sul podio.

Molti piloti non sono sopravvissuti alla Red Bull

Questo inizio di stagione dà a Pérez un po’ di tranquillità nella sua lotta personale per il posto alla Red Bull ma non la certezza della fiducia. Se avesse fallito, il messicano adesso sarebbe sul filo del rasoio e non lo nasconde neanche lui: “C’è sempre pressione in F1, è qualcosa di inerente al competere nell’élite. Devi sempre dare il massimo in tutte le condizioni e in tutte le gare, questo è normale. Ma alla Red Bull è diverso. C’è un motivo per cui molti piloti non sono sopravvissuti qui: su questa squadra la pressione è maggiore, enorme, assolutamente differente rispetto a quanto accade negli altri team”.

Le vittime illustri: una lista numerosa

Checo Perez
Immagine | Instagram

Le dichiarazioni in effetti coincidono con vittime illustri e numerose. La lista è lunga. Basta chiedere informazioni a piloti come Kvyat, che si è bruciato una carriera in Red Bull, o anche ad altri che, fortunatamente per loro, sono ancora sulla griglia, come Gasly o Albon, che hanno vissuto sulla loro pelle le difficoltà nel “sopravvivere” senza perdere il posto e la reputazione. Solo Verstappen si può considerare intoccabile nonostante il dardo sferratogli da Horner che non smette mai di ricordare quanto nessuno sia più importante della squadra, neanche Max. Ecco perché a 34 anni e dopo quindici stagioni, Pérez è più che consapevole di come funzionino le cose nella F1 in generale e a Milton Keynes, in particolare.

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