Un campionissimo che si è fatto ammirare per anni nella sua carriera ha confessato di essere stato dipendente dall’alcol dopo avere perso la moglie.
Si tende a pensare ai protagonisti del nostro calcio, compresi quelli che noi possiamo ammirare solo da lontano – come a delle persone fortunatissime – che sono in grado di avere tantissime agevolazioni, sul piano economico e non solo. Questo è certamente vero, ma non sono pochi quelli che non sono riusciti a sfruttare al meglio tutti questi vantaggi e si sono ritrovati poi a vivere situazioni dolorose e inaspettate.
La situazione è destinata a peggiorare se uno di loro può rendersi conto di avere fatto un investimento sbagliato (i casi di questo tipo sono purtroppo numerosi), ma anche se possono accadere eventi inaspettati che coinvolgono la loro vita privata. È il caso di un campionissimo conosciuto e apprezzato anche in Italia, che ha finito per diventare dipendente dall’alcol in uno dei momenti per lui più terribili.
Un campionissimo si è rifugiato nell’alcol
Anche la vita di chi consideriamo un campionissimo può non essere rose e fiori, al punto tale da finire per essere schiavo dell’alcol non sapendo come scacciare un dolore che era davvero fortissimo. È il caso di Rio Ferdinand, difensore che si era fatto apprezzare per la grinta e la determinazione, che lo spingevano a fare il possibile per fermare gli attaccanti avversari.
La sua carriera si è chiusa nel 2015, quando vestiva la maglia del Manchester United, dove si era trasferito dal Leeds per 29,3 milioni di sterline con bonus, diventando all’epoca il giocatore britannico più costoso nella storia del calcio. Le soddisfazioni non sono mancate, ma anche un dolore fortissimo che ha faticato a superare, quello provocato dalla perdita della giovane moglie, a cui era legatissimo, per un cancro al seno.
È stato lui stesso a ricordare come sopravvivere alla sua Rebecca, morta nel 2015, sia stato difficile, al punto tale da riprendere a bere, come già aveva fatto in passato: “Per combattere il dolore ho bevuto parecchio per tre o quattro mesi. Quando mi capitava di leggere storie del genere pensavo ‘come si fa ad essere così egoisti da volersi suicidare o provare a farlo?’, ma adesso li capisco”, ha raccontato alla BBC, che ha realizzato un documentario sulla sua vita.
A spingerlo a uscire da quella dipendenza è stato il bene per i suoi figli, che avevano più che mai bisogno di lui, Lorenz, Tate e Tia.
Un vizio non nuovo per lui
In realtà, Rio Ferdinand era diventato dipendente dall’alcol già prima della perdita della moglie, ma sembrava essere riuscito a uscirne. Colmare la mancanza del suo grande amore e mamma dei suoi figli lo ha però spinto a ricascarci.
Oggi che la sua fase difficile è per lui un ricordo (fa l’opinionista in Tv) riesce a ricordare con lucidità le bravate che faceva da ragazzo, al punto tale che bere per lui era quasi normale: “Ero un pazzo quando ero più giovane – ha detto -. Ho ricordi confusi di quella parte della mia carriera. Non ho idea di cosa se parli se qualcuno mi parla di alcune mie giocate. In quei tempi tendevo sempre a esagerare, arrivavo a bere otto, nove, dieci pinte di birra. Poi passavo alla vodka”.
Apparentemente lui sembrava non rendersi conto di come in quel modo facesse male innanzitutto a se stesso: “Quando io ero al West Ham pensavamo al calcio, ma anche a bere e ai nightclub. In quel periodo c’era una cultura decisamente diversa rispetto a quella di oggi. Sono stato fortunato, ho avuto una capacità naturale per superare quel periodo della mia vita Se ci ripenso so bene che non avrei dovuto rifugiarmi nell’alcol” – ha concluso.