Novak Djokovic, uno dei più forti tennisti di sempre, non ha cambiato idea, anzi è rimasto fermo sulla sua opinione: cosa è successo
Di protagonisti lo sport è pieno. C’è chi viene ricordato soprattutto per le doti mostrate in campo, chi è passato alla storia per le cose fatte al di fuori delle gare, chi si è speso nel sociale, chi ha ingaggiato una lotta contro i rivali. Novak Djokovic, numeri alla mano tra i più forti tennisti di sempre, se non altro per aver il record maschile di Grandi Slam vinti – 24 contro i 22 di Rafael Nadal -, è uno di questi atleti.
Il serbo, tornato a prendersi la testa del ranking Atp anche grazie alle vittorie agli Australian Open, al Roland Garros, agli Us Open e alle Nitto Atp Finals, nel 2023, chiaro, non sempre però è stato dipinto come un antieroe, specialmente quando è rimasto fermo nelle sue posizioni di non farsi somministrare il vaccino contro il Covid. Nonostante, infatti, questo gli abbia precluso la possibilità, nel 2022, di partecipare al torneo di Melbourne e diversi altri negli Stati Uniti, il tennista classe 1987 non ha cambiato idea e, a distanza di due anni, la sua posizione è ancora inamovibile.
In un’intervista alla Cbs, nella trasmissione storica ’60 minutes’, Djokovic ha spiegato che, però, lui non è “no vax e nemmeno pro vax”, piuttosto, ha chiarito, vuole “che la gente sia libera di scegliere”. Da purista, e vegano, Nole infatti ha scelto di non vaccinarsi perché solo lui e chi lo segue può decidere cosa introdurre nel corpo.
Oltre a scegliere la dieta personale, Djokovic ha le idee chiare anche su quelli che, per tutta la carriera, sono stati i suoi avversari storici, Nadal e Roger Federer.
“C’è grande rispetto” per loro, ha continuato nel corso dell’intervista, “ma non siamo amici perché siamo rivali, e questo rende difficile il fatto di stare vicini e condividere intimità della nostra vita che potrebbero essere usato contro di noi”, e questo nonostante abbiano condiviso il terreno di gioco per quasi due decenni con molto rispetto.
Ma una speranza c’è, ed è quello che “un giorno, quando il sipario si chiuderà, potremo sederci, parlare e riflettere, sarebbe fantastico”, ha concluso il tennista numero uno al mondo che, per il momento, non ha nessuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo. E neanche di cambiare idea, neppure nel rapporto coi colleghi. Perlomeno, non fin quando, ha ribadito, i suoi avversari non lo prenderanno a calci.
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