Nonna diceva che bisogna coprirsi per non perdere il raffreddore: aveva ragione o no?

Non è l’unico consiglio sul quale si può avere qualche dubbio. Anche i poteri miracolosi della vitamina C e l’eventuale uso degli antibiotici per curare il raffreddore possono far sorgere delle domande

“Copriti bene, altrimenti prenderai il raffreddore!”
Chiunque se l’è sentito dire almeno una volta da un parente, tanto che anche da adulti in molti danno ancora la colpa dei malanni al “colpo d’aria”, una famigerata corrente malefica che non ha altro da fare che portare raffreddori e influenze agli sventurati che la incontrano.

Esporsi al freddo in inverno aumenta le probabilità di prendere il raffreddore o no? | Pixabay @pasja1000 – Wigglesport.it

 

Ma cosa dice la scienza a riguardo? Le malattie tipiche del tardo autunno e dell’inverno sono davvero causate dal freddo e/o da un abbigliamento troppo leggero? E l’aria che ruolo ha? Andiamo a scoprirlo e a sfatare alcuni falsi miti sul raffreddore che circolano da decenni.

Passeggiare nelle giornate fredde causa il raffreddore? Non è proprio così

Falso mito numero uno: “Il raffreddore è causato dal freddo”. Possiamo già dire che non è vero, perché il raffreddore è provocato solo dall’esposizione al virus che lo provoca, quindi uscire quando le temperature sono basse non incrementa le probabilità di contrarlo. Di fronte a quest’osservazione qualcuno potrebbe fare una domanda sensata: “Eppure il raffreddore è più frequente in inverno, come mai?”. Il freddo, pur non causando la patologia, modifica le nostre abitudini, inducendoci a passare più tempo al chiuso, spesso a contatto con altre persone che potrebbero essere già ammalate. Insomma, l’addio al tepore di fine estate non fa altro che incrementare le occasioni di contagio.

Passare del tempo all’aperto in inverno in luoghi poco affollati è molto meno rischioso rispetto all’entrare in contatto con superfici sulle quali altri individui possono aver appoggiato le mani, come rubinetti, maniglie, corrimano ecc. Anche stare vicino a qualcuno che starnutisce o tossisce espone a una probabilità di contagio maggiore rispetto a una semplice passeggiata al freddo.

Il raffreddore è causato dall’esposizione a un virus, non dal freddo | Unsplash @Spencer Backman – Wigglesport.it

 

Indossare abiti pesanti aiuta a non congelarsi, però non protegge dal raffreddore. Chi desidera evitare la malattia farebbe meglio a lavarsi le mani con acqua e sapone dopo essere entrato in contatto con varie superfici o usare un gel per le mani (richiestissimo durante la pandemia ma ora tristemente dimenticato da parecchie persone). Quando si è già raffreddati e non si vuole contagiare qualcun altro, bisogna indossare la mascherina o quantomeno cercare di starnutire sempre in un fazzoletto (che non dev’essere lasciato in giro in un secondo momento!), evitare il contatto fisico e lavarsi le mani dopo essersi toccato il naso.

Oltre a quelli legati al freddo, ci sono altri falsi miti sul raffreddore sui quali è doveroso fare chiarezza.

Un’arancia al giorno toglie i fazzoletti di torno?

Nel corso degli anni è stata fatta un po’ di confusione sulla vitamina C. Per quanto si tratti di una sostanza con numerosi effetti benefici per l’organismo, da sola non basta per prevenire o curare il raffreddore, come confermato da vari studi svolti sull’argomento. Ma-ngiare tante arance e mandarini (senza esagerare, che gli eccessi non fanno mai bene) aiuta di sicuro a stare in forma, ma non bisogna pensare che renda immuni ai malanni di stagione.

Le arance fanno bene, ma non rendono immuni al raffreddore | Unsplash @Pauline Bernfeld – Wigglesport.it

 

È però vero che la vitamina C è importante per il funzionamento corretto del sistema immunitario, quindi assumerla può aiutare a ridurre le probabilità di ammalarsi o aumentare quelle di guarire in tempi più brevi. L’acido ascorbico, questo il suo nome scientifico, svolge funzioni importanti anche per quanto riguarda l’assorbimento del ferro, il metabolismo delle ossa e altri processi che avvengono all’interno del corpo umano, quindi non smettete di bere spremute solo perché non vi rendono immuni al raffreddore!

Gli antibiotici servono a curare il raffreddore?

L’abitudine a usare gli antibiotici quando non servono ha portato, negli ultimi anni, a una crescita preoccupante dell’antibiotico-resistenza, fenomeno che rende alcuni microrganismi capaci di sopportare sostanze che in passato erano letali per loro. Per evitare che il problema si aggravi ulteriormente, è importante chiarire che alcune malattie non vanno curate con gli antibiotici e il raffreddore è una di esse. Si tratta, come già detto, di un’infezione virale e pertanto non ha proprio nulla a che fare con i batteri. Gli antibiotici vanno assunti solo ed esclusivamente in caso di complicanze come sinusiti, otiti e bronchiti, ammesso che il medico di base o lo specialista al quale ci si rivolge ne reputi opportuno l’uso.

Gli antibiotici non servono per curare il raffreddore | Unsplash @Testalize.me – Wigglesport

 

Per quanto riguarda il colore del muco, ritenuto da alcune persone un indicatore importante per capire se l’infezione in corso è causata da virus o batteri, è necessario tenere a mente che non ha nulla a che fare con gli agenti patogeni. La maggiore densità del muco e una sua qualsiasi colorazione differente dal bianco dipende solo ed esclusivamente dalla presenza di una concentrazione maggiore di enzimi e altre sostanze legate al regolare funzionamento del sistema immunitario nel corso di una malattia. Insomma, se il muco cambia colore non bisogna preoccuparsi, bensì rallegrarsi: significa che le difese immunitarie sono all’opera per fermare l’infezione.

Le complicanze del raffreddore non si riconoscono dal colore o dalla densità del muco, bensì dalla presenza di sintomi come febbre alta, tosse e respiro corto. In ogni caso bisogna sempre evitare le autodiagnosi e rivolgersi al proprio medico curante per capire quali farmaci assumere.

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Alessandro Bolzani

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