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Nba, Curry non ce l’ha fatta: dopo 5 anni e 268 partite si arrende

I Golden State Warriors non hanno iniziato nel miglior modo possibile in questo avvio di stagione. La vittoria contro Boston ha portato il bilancio a 13 vittorie e 14 sconfitte. Restano undicesimi nella Western Conference. Le prestazioni individuali di Stephen Curry non bastano a nascondere il basso livello e nella partita contro i Portland Trail Blazers si è registrato in evento storico: Curry non ha messo a segno una tripla.

Curry senza triple dopo 268 partite, cinque anni e 18 giorni

Curry non finiva una partita senza segnare almeno una tripla nella stagione regolare dall’8 novembre 2018, nella sconfitta della Bay Area contro i Bucks. In quella partita, il giocatore nato ad Akron si era infortunato e non aveva più giocato fino a dicembre. Da quel momento in poi, una serie di almeno una tripla a partita nella stagione regolare. Dopo 268 partite, era finita. Cinque anni e 18 giorni! La cifra è sorprendente anche in considerazione del classico… “come eravamo”.

Come è cambiato il mondo del basket da quella ultima volta

Basti pensare che allora lo stesso Stephen Curry non aveva ancora superato le 2.973 triple di Ray Allen, il giocatore con il maggior numero di triple nella storia della NBA in quel momento. Allo status quo, Curry ne ha già 3.505… per ora. Dirk Nowitzki e Pau Gasol erano ancora attivi nella NBA; James Harden era l’attuale “MVP“, l’ultimo americano fino a oggi. LeBron James stava giocando la sua prima stagione con i Los Angeles Lakers; Kevin Durant e DeMarcus Cousins giocavano per i Warriors; Kyrie Irving era il playmaker dei Celtics e Kawhi Leonard era la stella dei Raptors, che alla fine sarebbero stati campioni.

Un segnale: si deve cambiare marcia

Immagine | Epa

Steve Kerr ha parlato dopo la partita e ha detto che la sua squadra deve aiutare di più Curry. Urge, del resto, un cambio di marcia. Non è possibile pensare che un giocatore come Stephen, per quanto straordinario, possa salvare i destini dei Warriors e togliere le castagne dal fuoco ad ogni partita. Visto da una diversa prospettiva, l’interruzione di questa striscia da record può significare molto per Golden State, in modo da prendere atto di un segnale importante. Non un campanello d’allarme, ma un serio monito:  Curry contro i Boston ha ricominciato a mietere canestri. Resta però da capire se la squadra resterà aggrappata a lui o lo aiuterà. Un fattore che fa tutta la differenza del mondo fra una stagione anonima e una da protagonisti.

 

Luigi Pasquale Pellicone

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