Cancun non passerà alla storia come uno dei migliori tornei finals della storia del tennis femminile, ma, complici le dichiarazioni della Navratilova, potrebbe fungere da spartiacque per l’immediato futuro della WTA. La celebrazione delle WTA Finals nella città messicana, alla luce di quanto accaduto nel torneo, ha fatto discutere. Si è iniziato con le difficoltà logistiche legate alla struttura e al poco tempo che i tennisti hanno avuto per testare il campo. A chiudere il cerchio nel peggiore dei modi possibili, l’aver sottovalutato l’incidenza delle condizioni meteorologiche. La pioggia caduta è stata… la goccia che ha fatto traboccare il vaso nel rapporto tra i tennisti e gli alti dirigenti del circuito WTA. Epilogo quasi inevitabile dopo un 2023 sin troppo carico di tensioni.
L’ultima figura di spicco ad alzare la voce sui problemi del circuito WTA è una leggenda come Martina Navratilova. Difficile, quasi impossibile che il suo sfogo resti inascoltato. La ex tennista non ha esitato ad affermare apertamente che è tempo di cambiare registro a livello dirigenziale e ha proposto una nuova figura, meglio ancora che sia una donna, in sostituzione di Steve Simon, attuale guida della WTA: “Forse è il momento che il movimento abbia un nuovo leader. La WTA è un’associazione di donne ma ne ha solo tre nel suo consiglio di amministrazione. Penso che sia ora di cambiare e spero che quando avremo un nuovo leader, potrà essere una donna. Ci sono molte persone con il profilo ideale per ricoprire quel tipo di ruolo”.
Navratilova ha anche attaccato duramente Simon e la WTA per la scelta di Cancun come sede e chiede allo chief executive di spiegare cosa sia successo: “Questa decisione non avrebbe dovuto essere presa così tardi. Nelle finali WTA abbiamo assistito a un susseguirsi di decisioni sbagliate. Steve Simon è stato il capo per nove anni ed eccoci qui a giocare in un posto come Cancun durante la stagione delle piogge. In un periodo del genere non puoi non aspettarti che non piova. Le WTA Finals lasciano in eredità un cumulo di decisioni sbagliate. Il responsabile, a questo punto, dovrebbe prenderne altre”. Ogni riferimento alle dimissioni non è stato casuale dopo un’annata oggettivamente da dimenticare per la WTA che ha vissuto una stagione infarcita da polemiche: dai montepremi e le disparità di trattamento rispetto all’ATP alle discussioni legate all’organizzazione interna, passando attraverso un calendario che continua a scontentare le giocatrici. Resta da capire se Simon passerà la mano o avvierà una trattativa con l’ATP per una fusione. Ipotesi, entrambe, molto più vicine al mondo delle idee che alla realtà tangibile.
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