
Nasce il primo sindacato per arbitri: una rivoluzione targata Cgil - ©ANSA Photo
Una vera e propria rivoluzione sta per investire il mondo dello sport italiano, in particolare il ruolo degli arbitri. Da oggi, anche gli arbitri di calcio e di altre discipline sportive possono contare su un sindacato che li rappresenta, grazie alla legge 36 del 2021, che riconosce gli arbitri come “lavoratori sportivi”. Questo sviluppo apre la strada a diritti e tutele che fino ad ora erano inaccessibili.
L’annuncio della nascita di questo sindacato è stato dato dalla Cgil, che ha istituito un gruppo dedicato all’interno della Slc (sezione lavoratori della comunicazione). Questo nuovo organismo non è solo un’associazione di categoria, ma una vera e propria rappresentanza sindacale, in grado di tutelare formalmente gli interessi degli arbitri. La presentazione ufficiale di questa iniziativa è prevista nei prossimi giorni e vedrà la partecipazione del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e di altre sigle confederali. Questo rappresenta un forte segnale di unità e sostegno per una categoria storicamente priva di tutele.
L’importanza della nuova iniziativa
La segretaria nazionale della Cgil, Sabina Di Marco, ha sottolineato l’urgenza di questa iniziativa, evidenziando come “l’arbitro, figura centrale dello sport, spesso esposto a rischi fisici e verbali, operi senza tutele e riconoscimenti adeguati”. La formazione della sezione arbitri ha già visto l’adesione di membri come Duccio Baglioni, ex vicepresidente dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri). È fondamentale notare che questa iniziativa è indipendente dall’AIA, che attualmente funge da ‘datore di lavoro’ per circa 30.000 arbitri di calcio, un numero che riflette una crisi di vocazione legata a problematiche economiche e violenze sui campi di gioco, specialmente nei settori minori.
Le tutele previste dalla legge 36
La legge 36, in particolare all’articolo 25.1, ha introdotto un nuovo concetto di lavoratori nello sport, fornendo accesso a tutele previdenziali e assicurative per chi opera come arbitro. Questo è un passo significativo, che riconosce il lavoro degli arbitri come un’attività professionale meritevole di rispetto e protezione. Non si parla solo di figure di spicco come Gianluca Rocchi o Paolo Fabbri, ma di un intero universo di arbitri, molti dei quali operano a livello dilettantistico e subiscono le conseguenze della mancanza di diritti.
Obiettivi del sindacato
La creazione di questo sindacato ha come obiettivo principale quello di garantire un lavoro dignitoso e sicuro per tutti gli arbitri, a partire dai più giovani. Nonostante la recente legislazione, gli arbitri continuano a essere esclusi dai diritti garantiti ad altre categorie professionali. Attualmente, la mancanza di un contratto collettivo ha portato a precarietà e disagio. Molti arbitri affrontano l’assenza di versamenti previdenziali e non ricevono adeguata protezione legale in caso di aggressioni durante le loro funzioni.
I numeri parlano chiaro: solo nel mese di febbraio scorso, l’AIA ha registrato 59 episodi di violenza contro i propri tesserati. Le rivendicazioni più pressanti del nuovo sindacato includono:
- Minimi salariali dignitosi
- Copertura previdenziale e assicurativa INAIL
- Riconoscimento dell’attività arbitrale come lavoro a tutti gli effetti
- Misure di tutela contro violenze fisiche e verbali
Inoltre, è fondamentale promuovere la formazione continua per garantire che gli arbitri possano operare con competenza e professionalità.
Il sindacato degli arbitri si propone di raggiungere questi obiettivi facendo leva su principi sanciti dalla Costituzione italiana, in particolare sull’articolo 33, che riconosce l’importanza educativa e sociale dell’attività sportiva. “È tempo che chi fa rispettare le regole le veda finalmente riconosciute”, affermano Di Marco e Saccone, evidenziando come la nascita della sezione arbitri in Slc rappresenti un passo avanti nella lotta per i diritti dei lavoratori sportivi.
In un’epoca in cui il mondo dello sport è sempre più interconnesso, la creazione di un sindacato per gli arbitri rappresenta un cambiamento fondamentale. Questo passo potrebbe avere effetti significativi non solo per gli arbitri stessi, ma anche per l’intero sistema sportivo italiano, contribuendo a creare un ambiente più sicuro e rispettoso per tutti gli attori coinvolti.