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Mussolini: l’oscar di zia sofia loren e la sfida al giudizio del cognome

La storia della famiglia Mussolini è un intreccio affascinante di successi e sfide, di eredità culturale e sportiva. Romano Benito Floriani Mussolini, un giovane calciatore di talento, porta con sé un cognome che evoca immediatamente reazioni contrastanti, ma lui è determinato a farsi conoscere per le sue abilità sul campo, non per il suo controverso lignaggio. A soli vent’anni, gioca per la Juve Stabia in Serie B, ma il suo cuore batte per la Lazio, la squadra della sua infanzia.

Romano, come il nonno Romano, musicista jazz di fama, è cresciuto in un contesto familiare ricco di storia. Sua madre, Alessandra Mussolini, è stata una parlamentare di spicco, mentre la zia Sofia Loren è un’icona della bellezza e del cinema italiano. Tuttavia, il giovane atleta desidera distaccarsi da queste immagini e costruire un’identità propria. “Non voglio essere giudicato per il mio cognome, ma per quello che faccio in campo”, afferma con decisione.

Inizio della carriera calcistica

La sua carriera calcistica ha avuto inizio all’Academy della Roma, ma dopo non essere stato selezionato per l’U14, ha trovato la sua strada nella Lazio. “Dopo due anni alla Roma, mi hanno chiamato dalla Lazio e ho fatto tutta la trafila”, racconta. Oggi, dopo una stagione di successo con il Pescara in Serie C, è sceso in campo per tutte le 13 partite in Serie B. “Non ho patito il salto, anche se la Serie B richiede massima attenzione: se sbagli, ti puniscono”, spiega, con l’auspicio di segnare il suo primo gol.

Allenatori e ispirazioni

Romano ha lavorato con allenatori di spicco, come Zdenek Zeman, noto per i suoi metodi intensivi, e Guido Pagliuca, che ha un approccio più tattico. “Con Zeman ho fatto allenamenti al limite delle potenzialità fisiche, ma quel lavoro mi ha dato molto”, riflette. Il giovane calciatore ha anche modelli a cui si ispira, come Kyle Walker, Joao Cancelo e Trent Alexander-Arnold, esterni destri noti per la loro capacità di attaccare e difendere.

Obiettivi e futuro

La squadra oggi è una rivelazione in campionato, e la domanda sul loro obiettivo si fa pressante. “Pagliuca ci chiede di essere umili e lavorare duro. Non vogliamo distrazioni”, afferma con determinazione. Ma la vita di Romano non si limita solo al calcio; sta anche studiando Scienze dell’Amministrazione del calcio, con l’intenzione di costruire un futuro nel mondo del calcio. “C’è tempo per pensare al futuro, ma prima c’è la Lazio”, aggiunge.

Il tema del cognome Mussolini è inevitabile e, sebbene Romano affermi di non volerne sentir parlare, ammette che ci sarà sempre qualche pregiudizio. “Non mi pesa”, dice, “ma il mio lavoro non c’entra con il passato di mio bisnonno”. Con un sorriso, si riferisce anche ai battibecchi in campo, dove il suo ruolo di esterno di fascia destra suscita ironia: “Rido anche io delle battute, fa parte del gioco”.

Un momento significativo della sua infanzia è legato alla zia Sofia Loren: “Quando viene a Roma, andiamo a trovarla. È sempre bellissima. Una volta da bambino a casa sua a Ginevra, presi un Oscar da un mobile per giocare e mia madre mi sgridò: ‘Ma che fai, non sai che cos’è quello?’. Che ridere…”. Romano ama il jazz, un’eredità lasciata dal nonno, e ricorda con affetto i regali ricevuti da lui.

La madre ha dovuto affrontare le difficoltà legate al cognome, soprattutto per il suo ruolo nella politica. “Da donna è più difficile”, ammette Romano, “ma è da ammirare per come si difende”. Le sue parole rispecchiano l’amore e il rispetto che nutre verso la madre, e il suo consiglio è chiaro: “Devo fregarmene di quello che dicono gli altri, la gente parlerà sempre”. La sua determinazione è evidente: “Se devo far chiudere la bocca a chi ha pregiudizi sul mio cognome, lo farò”.

Romano Benito Floriani Mussolini è un giovane calciatore con sogni grandi e un cognome pesante, ma la sua voglia di emergere e la passione per il calcio lo spingono a scrivere la sua storia, una storia che parla di lavoro, dedizione e, soprattutto, di una ferrea volontà di essere giudicato per le sue capacità, non per il suo passato. Con l’ambizione di vestire la maglia della Nazionale, il giovane atleta è pronto ad affrontare le sfide che lo attendono, determinato a lasciare il segno nel mondo del calcio.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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