Il GP di Indonesia lascia in eredità a Pecco Bagnaia una vittoria che pesa tantissimo, al di là del ritrovato, e nuovamente confortante, vantaggio in classifica mondiale su Jorge Martín. Il centauro ha assaporato il sapore amaro di una leadership effimera. Ha effettuato il sorpasso in classifica sul campione del mondo in carica dopo la sprint race, ma quando la pressione si è fatta sentire, è andato a terra. Un segnale?
Bagnaia sa soffrire, Martin soffre la pressione
Francesco Pecco Bagnaia ha dimostrato di essere un campione in grado di saper soffrire. Si è visto rosicchiare qualcosa come 62 punti in 4 gare, fra infortuni, cadute e sofferenze fisiche. Ha corso in difesa sino a che ha potuto, pensando a portare la moto al traguardo piuttosto che a cercare imprese impossibili. Poi, quando ha avuto nuovamente un mezzo competitivo a disposizione e una forma fisica accettabile, è tornato a correre in attacco. E a Mandalika il mondo, e forse anche la corsa al titolo mondiale, si è rovesciata. Dopo la sprint race, l’inerzia era tutta dalla parte dello spagnolo. Al termine del weekend invece Pecco, partito dal tredicesimo posto e con sette punti di svantaggio in classifica mondiale, è tornato a casa con diciotto lunghezze in più di Martin che da “Martinator” è tornato… Jorge del 2023, ovvero quel motociclista capace di grandissime imprese ma anche di inciampare sulla classica buccia di banana. Il madrileno ha molto da imparare da quanto accaduto. Era leader del mondiale, in pieno controllo della corsa, non era necessario spingere al limite.
Le prospettive: regolarità contro genio e sregolatezza
Pochi sport come quelli motoristici sono suscettibili di variazioni del tema, considerati anche i tantissimi fattori che gravitano intorno a un Gran Premio. Imprevisti e probabilità fanno parte di un Monopoli che premia più la regolarità che il genio. In palio, ci sono ancora 185 punti ma Bagnaia ha dalla sua la possibilità di tornare a gestire il vantaggio. Martin, evidentemente più a suo agio da inseguitore che da lepre, resta nella condizione di chi non ha alcunché da perdere. Anche se forse cambierà filosofia: quando i punti cominciano a pesare, è peggio cadere spingendo che restare in pista per finire la gara anche a costo di dosare di più il gas. La potenza è nulla, senza il controllo: da adesso in poi è più importante finire le gare che forzare la mano. Ecco perché la sensazione è che Pecco Bagnaia sia tornato a essere il grande favorito per il Mondiale.