Toh, chi si rivede. Montecarlo porta evidentemente fortuna a Stefanos Tsitsipas, che a queste latitudini è di casa. Il tennista greco vince 6-1 e 6-4 la sfida con Ruud in 96 minuti di gioco, festeggia il suo terzo titolo nel Master 1000 organizzato nel Principato eguagliando Muster, Borg e Natase e torna prepotentemente nella top 10.
Tsitsipas, tennista da terra rossa
La superficie, nel tennis, fa la differenza eccome. Sulla terra rossa Tsitsipas si trova a suo agio. Basta osservarne i numeri. A Montecarlo, in particolare, ha superato tutti gli avversari della top ten superando Zverev (#5) Sinner (#3) e Ruud (#10). Una vittoria che lo aiuta anche ad uscire dalla crisi di risultati che lo aveva attanagliato da diversi mesi. Il prossimo obiettivo è vincere quello Slam che gli è sempre sfuggito. Ha perso la finale del Roland Garros contro un ingiocabile Djokovic nel 2021 e ha concesso il bis contro il serbo nel 2023 sul cemento di Melbourne. Insomma, il grande salto non è ancora arrivato ma il greco lo insegue con grande dedizione. Le lacrime, trattenute a stento dopo la vittoria, testimoniano quanto sacrificio ci sia stato dietro questo successo: “È stato molto difficile tornare sui podi e vincere tornei, ed è una sensazione incredibile. Non potrò ringraziare abbastanza la mia famiglia, i miei amici e Dio, se ce n’è uno là fuori, per aver reso possibile questo momento. La terza volta è ancora più speciale della prima o della seconda. È davvero fantastico per me ottenere questa vittoria”.
Ruud, cosa fare da grande?
Resta da capire cosa voglia fare da “grande”, nel senso lato del termine, Ruud. Un predestinato il norvegese, ma sinora appartiene al novero delle grandi promesse non mantenute sebbene sia un signor giocatore. Ha vinto 10 tornei ATP, ma ha perso tre finali di Major e, da pochissimo, una finale di Master 1000. L’ultimo avvistamento con un trofeo in mano risale ad Estoril, nel 2023. Da allora ha sempre perso. C’è sempre tempo e modo per iniziare a vincere, ma insomma, il tempo passa e il classe 1999 non è più catalogabile fra i giovanissimi. Sembrava destinato a raccogliere l’eredità di almeno uno dei big three ma la sensazione è che il 2022, quando ha scalato la top ten del ranking sino a toccare la #2 sia stato un exploit. Il ridimensionamento del 2023 e la sconfitta contro l’ellenico a Montecarlo rappresentano ulteriori indizi ma Ruud guarda avanti e pensa di aver fatto dei passi nella giusta direzione, magari per uscire dall’angolo dove è stato relegato dall’irresistibile ascesa di Sinner e Alcaraz.